Il microfono in piazza Duomo? Serve solo a monitorare l'inquinamento acustico, niente a che fare con sicurezza e sorveglianza
Si tratta di uno dei quindici dispositivi installati in centro città per tenere sotto controllo i livelli sonori, nell’ambito di un progetto del servizio sostenibilità e transizione ecologica del Comune. Vengono raccolti e trasmessi esclusivamente dati numerici, a uso statistico, in particolare per descrivere il fenomeno della "movida"
SICUREZZA Il progetto di ricerca Marvel, ecco come funziona la sperimentazione
TRENTO. Non fatevi ingannare da quel microfono in piazza Duomo a Trento, simile ad altri posizionati in altri punti della città: sono semplicemente dei rilevatori dell'inquinamento acustico, niente a che vedere con progetti riguardanti la sicurezza e la prevenzione. Questi ultimi sono tutta un'altra questione, cioè una sperimentazione prevista a Trento e in altre città europee scelte per il progetto di ricerca Marvel, che vede coinvolti anche il Comune e la Fbk.
Il microfono di piazza Duomo, invece, non c'entra niente e fa parte semplicemente dei dispositivi presenti da cinque mesi in centro e riguardanti il solo monitoraggio continuo delle emissioni rumorose nelle zone particolarmente critiche della città. Dunque, malgrado sia comparso in video relativamente a presunti dispositivi di sicurezza, quel microfono e gli altri analoghi presenti in città sono soltanto strumentazioni installate ai fini della verifica dei livelli sonori, un'azione avviata nell’ambito di un progetto del comune di Trento (servizio sostenibilità e transizione ecologica).
«Si tratta - spiega Alberto Piffer, che ha installato e gestisce per conto del Comune questo sistema - di un monitoraggio con caratteristiche pressoché uniche in Italia per la tecnologia utilizzata e l’estensione delle zone monitorate. I sensori rilevano unicamente i livelli sonori (dati numerici) e li trasmettono a un portale, accessibile ai referenti comunali, per verificare i livelli di inquinamento acustico nelle varie zone del centro. Si tratta di dati a uso esclusivamente statistico per descrivere in maniera approfondita e tecnica il fenomeno della "movida". I dati raccolti non vengono utilizzati per sanzionare o limitare le attività commerciali».
Lo stesso Piffer precisa che i quindici dispositivi che ha in gestione allo scrivente (sparsi per il centro città) non registrano alcuna informazione audio e non sono dotati di telecamera. «Non possono quindi in nessun modo - sottolinea - prendere informazioni su persone, dialoghi, movimenti o altro. Il dato registrato è esclusivamente numerico (livello sonoro in decibel)».
Insomma, non c'è proprio nulla che abbia a che fare con eventuali progetti sperimentali e innovativi di video-audio rilevazione ai fini della sicurezza. Qui si tratta solo di monitorare l'inquinamento ambientale in città, quello acustico in questo caso.