Fugatti vuole in giunta il «cerchio magico»: Spinelli, Failoni e Zanotelli
Il risultato ha garantito al presidente di poter riconfermare gli assessori forti del suo primo esecutivo. Scalpita Fratelli d’Italia. Il nodo del Patt. E Gottardi (La Civica) potrebbe restare fuori (Spinelli, Fugatti e Zanotelli, foto Panato)
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TRENTO. Il peso elettorale delle forze politiche e le preferenze contano. Certo. Sono il punto di partenza, ma non sono tutto per definire gli equilibri nella nuova Giunta provinciale. Ci sono infatti anche i patti pre-elettorali (pubblici e meno pubblici) e poi contano molto gli aspetti personali, la fiducia, l'amicizia e i legami di partito nel determinare le scelte. Il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, cinque anni fa, alla sua prima prova di governo, scelse di circondarsi di persone fidate, privilegiando i compagni di partito o di area leghista (come l'allora tecnico Achille Spinelli) prima di pensare agli altri.
È chiaro che nel 2018, con una super Lega attorniata da nani, l'operazione fu più facile e diede vita a una Giunta che sostanzialmente contava 6 leghisti su 8, lasciando due posti solo per Mario Tonina (allora Progetto Trentino oggi Patt) e per la Civica (doveva essere Rodolfo Borga, ma era malato, e in un secondo tempo fu nominato dunque Mattia Gottardi). Rimasero fuori dalla Giunta gli altri "piccoli" Walter Kaswalder (Autonomisti popolari), Claudio Cia (allora Agire), Giorgio Leonardi (Forza Italia) e Luca Guglielmi (Fassa), per i quali furono trovate altre collocazioni.
Anche questa volta, però, il risultato elettorale ha garantito al presidente Fugatti la possibilità di continuare a circondarsi del suo «cerchio magico», ovvero degli assessori forti della sua prima Giunta e che sono anche i nomi di cui si fida di più, come Roberto Failoni (Lega), Achille Spinelli (lista Fugatti presidente) e Giulia Zanotelli (Lega). L'artificio della «Lista Fugatti» è stato cruciale per garantirsi una posizione dominante, con la maggioranza relativa, grazie a 9 seggi (Lega + Lista Fugatti) su 21 nella coalizione, dove Fratelli d'Italia ha solo 5 seggi, 3 il Patt, 2 La Civica e 1 Fassa.Questo vuol dire che difficilmente il presidente Fugatti rinuncerà ad avere due assessori della Lega oltre a Spinelli e a se stesso ed è pronto a giocarsi anche la carta della nomina del tecnico di fiducia, che permetterebbe dunque di fare entrare un quinto uomo (o donna) della Lega in Giunta su 8 membri, ricreando un controllo dell'esecutivo non molto distante dallo scenario del Fugatti 1, in modo da "neutralizzare" al massimo la presenza di Fratelli d'Italia.
Naturalmente dentro questo schema, dove la Lega domina, il partito di Giorgia Meloni non potrà che pretendere almeno due assessorati e la vicepresidenza con Francesca Gerosa e Claudio Cia (o in alternativa Carlo Daldoss). E difficilmente potrà accettare - Gerosa lo ha già detto - un solo assessorato come vorrebbe la Lega che dice che la vicepresidenza vale due. Resta un posto per Mario Tonina, che non solo è il più votato del Patt, ma è anche il vicepresidente uscente e un amministratore di esperienza, che usa con sapienza l'arte della mediazione e per questo è risultato prezioso, in questi cinque anni, in più occasioni, soprattutto nel dialogo con le opposizioni e le parto sociali. Fugatti si fida di lui ed è ragionevole che possa volerlo di nuovo al suo fianco, anche con deleghe importanti.
D'altronde, sa bene che deve molto al Patt e alla sua scelta di campo, che ha "salvato" la sua stessa ricandidatura alla presidenza della Provincia per mesi messa in discussione da Fratelli d'Italia (vedi intervista a Marchiori a fianco). Proprio per questo si vocifera che al Patt potrebbe arrivare anche qualche altro incarico o un "ripescaggio" come tecnico di uno dei grandi esclusi (Ossanna e Marchiori). Non sarebbe esteticamente una bella cosa, anche se c'è il precedente del Comune di Trento, dove l'ex sindaco Alessandro Andreatta, portò in Giunta Chiara Maule prima dei non eletti.
Rimane il problema della Civica. Senza più posti in Giunta per Mattia Gottardi non resta che la presidenza del consiglio provinciale o (forse) un assessorato regionale. Salvo che in questa scacchiera di Giunta non venga levata una delle altre pedine (un assessore di Fratelli d'Italia?), che ad oggi sembrano in vantaggio.