Spinelli: «Fugatti più forte e libero per fare la giunta. Alla sanità? Bene un manager»
L’assessore soddisfatto per i 4 seggi della lista «Fugatti presidente»: «Il governatore rafforzato rispetto alle ambizioni di Fratelli d’Italia. Mi piacerebbe che in giunta ci fosse anche Gottardi. La vicepresidenza? Solo un timbro, meglio deleghe forti»
TRENTO. Missione compiuta. L'assessore allo sviluppo economico, Achille Spinelli, non solo è felice per il suo successo personale - 2.342 preferenze - e della sua lista «Fugatti presidente», che ha conquistato ben 4 seggi, affermandosi come terza forza della coalizione (dopo Lega e Fratelli d'Italia), ma soprattutto perché da questa operazione politico-elettorale ha riaffermato il ruolo «baricentrico» dell'area che fa riferimento alla Lega e al presidente Fugatti, il quale ne esce rafforzato rispetto alle ambizioni di Fratelli d'Italia, che avrebbe voluto avere più peso per condizionarne le scelte.
Assessore Spinelli, la sua lista si è affermata sopra ogni previsione. Politicamente e per la navigazione della futura giunta quanto è importante questo risultato?
Sono felice per il presidente che ha voluto fare partire questa iniziativa ed è stato premiato e per la sua figura che grazie alla nostra lista ha avuto una visibilità diversa. Ritengo che si sia creata una situazione politica che dà maggiore stabilità alla guida Fugatti, perché sono state premiate le parti politiche più affini al presidente. La nostra è una lista moderata e pragmatica nella quale i trentini si sono riconosciuti.
C'era il nome Fugatti nel simbolo, ma non era la Lega. È stato importante offrire una scelta non espressamente riconducibile a un partito nazionale?
Certo. Lo avevano dimostrato anche le elezioni in altre regioni. Ci sono molti elettori delusi o che apprezzano una conduzione, quindi si riconoscono in chi guida, ma non in un progetto troppo marcato e di partito. Inoltre, pur nella campagna brevissima, perché siamo partiti tardi, siamo riusciti a presentare curricula interessanti.
Nei commenti post voto molti esponenti della Lega, a cominciare dal leader nazionale Matteo Salvini, hanno sostenuto che assieme al risultato della Lega andava sommato quello della lista Fugatti, arrivando ad oltre il 23%. Vi sentite una cosa sola o avete un'identità diversa?
Sicuramente Salvini ha ragione nel dire che è la lista che aiuta la Lega a rafforzare la figura del presidente ed era uno dei nostri obiettivi. D'altronde, non ce ne vogliano Fratelli d'Italia o altri alleati, ma la nostra lista voleva baricentrare il presidente. È chiaro che con una Lega che ha perso, ma resta il primo partito della coalizione, e una lista che è sua, Fugatti vale più del partito che veniva dato fortissimo: una risultato che ha sorpreso noi, ma anche Fratelli d'Italia.
Ai fini della futura giunta questo era fondamentale: Fugatti esce rafforzato e baricentrico e potrà fare una giunta a lui più congeniale. È così?
Sicuramente. Questo gli dà più spazio nella scelta e conduzione della giunta. Poi diciamo che chi ha conquistato il seggio non mi sembra che rappresenti alcun tipo di estremismo. E anche questo dovrebbe dare una certa stabilità.
Intende dire in Fratelli d'Italia?
Sì, anche loro hanno eletto persone moderate e non di partito.
Le piacciono figure come Carlo Daldoss o Christian Girardi?
Sono figure moderate e va bene.
Li conosce?
Girardi sì, Daldoss meno, ma è una persona molto ragionevole.
Quindi potrebbe lavorare bene con loro in giunta?
Penso di sì, ma poi dipende dalle scelte che farà il partito.
E con Francesca Gerosa?
Anche lei non è un'estremista.
Però in campagna elettorale vi siete beccati sulla sua proposta di assessorato al «made in Trentino» che lei ha bocciato.
Ci siamo incontrati il giorno dopo quella polemica all'assemblea di Confindustria e lei era colpita per la mia presa di posizione, ma le ho spiegato che questa era una critica politica, non c'era nulla di personale.
Quindi non si farà l'assessorato al made in Trentino?
Non lo so, dipende dal presidente. Comunque avremo modo di parlarne, ma non l'ho ancora visto. L'unico che ho visto è Failoni.
Ecco lei e Roberto Failoni siete gli unici assessori sicuri della riconferma, visto il risultato. Almeno una certezza c'è.
Dovrebbe essere nella logica delle cose, ma quello che è sicuro è che nella coalizione ci sono anche Patt e Civica ed è un raggruppamento complesso.
Ci sarà posto per tutti? Tra Lega e FdI a rischiare è La Civica, no?
A me fa molto piacere l'affermazione di Mario Tonina, che è il vicepresidente uscente, e anche di Maria Bosin, con la quale avevamo avuto anche un dialogo in fase di composizione della lista, ma poi noi siamo partiti tardi. E poi vorrei dire una parola su Mattia Gottardi della Civica, con il quale abbiamo lavorato sempre bene. Mi piacerebbe che ci fosse lo spazio in giunta anche per lui.
Dunque le piacerebbe una formazione in continuità, con gli assessori con cui ha già lavorato, è così?
Quando ci si trova bene ci si apprezza, anche se non temo il nuovo. Capisco che così non aiuto i ragionamenti del presidente e le situazioni sono complesse, ma a volte quello che sembra impossibile diventa possibile.
Quindi la vicepresidenza potrebbe anche non essere affidata a Francesca Gerosa?
Di questo non ho parlato con il presidente. Dovrà discuterne lui con Fratelli d'Italia e con lei direttamente. Personalmente però penso che la vicepresidenza valga poco, poco, poco.
Perché?
È solo un timbro sulla carta, una carica sostitutiva "se e quando", è più di prestigio che di sostanza, basta pensare a Olivi nella giunta Rossi.
Meglio avere deleghe forti?
Ma certo, portare avanti politiche efficaci al di là dei titoli.
A lei piacerebbe poter continuare ad occuparsi di sviluppo economico confermando le attuali deleghe?
A chi mi contatta per chiedere soluzioni a problemi concreti dico: aspettiamo il decreto del presidente.
Sarebbe pronto a fare anche altro?
In questi cinque anni sono stato molto versatile era tutto difficile e nuovo. Non mi spavento.
La sanità?
No, adesso, capiamoci. Restiamo nel settore economico. Comunque io sono un sostenitore dei manager.
Quindi per la sanità meglio un tecnico che un politico? Lei fu scelto come assessore esterno e ne sa qualcosa.
Penso che un buon manager, che sa gestire le risorse sta bene quasi dappertutto, e la sanità non è esclusa. Ma è un mio pensiero.