Urzì non molla: «Francesca Gerosa vice di Fugatti, è questa la linea di Fratelli d’Italia»
Lunedì 6 novembre in programma un incontro a Roma tra il responsabile organizzativo del partito Giovanni Donzelli e i consiglieri eletti convocati proprio alla luce delle tensioni emerse nei giorni dopo il voto sul risultato, considerato insoddisfacente e molto al di sotto delle aspettative. Urzì piace sempre meno ai “trentini”
I VOLTI Le fotoschede dei consiglieri eletti
TRENTO. La linea ufficiale di Fratelli d'Italia non cambia e conferma l'indicazione di Francesca Gerosa per la vicepresidenza della Provincia. Su questo il commissario provinciale del partito, Alessandro Urzì, non transige, a dispetto delle polemiche interne, e lo ripete anche in vista dell'incontro di lunedì prossimo a Roma tra il responsabile organizzazione del partito, Giovanni Donzelli, e i consiglieri eletti (Francesca Gerosa, Claudio Cia, Carlo Daldoss, Christian Girardi e Daniele Biada) convocati proprio alla luce delle tensioni emerse nei giorni dopo il voto sul risultato, considerato insoddisfacente e molto al di sotto delle aspettative per chi aspirava a diventare il primo partito della coalizione e a dettare le condizioni a Fugatti.
Il botta e risposta tra Urzì e il deputato Andrea de Bertoldi, a cui si sono aggiunte le critiche alla gestione commissariale da parte dell'onorevole Alessia Ambrosi, nonché l'isolamento di Gerosa rispetto agli altri quattro consiglieri, che portano avanti le loro aspirazioni, e le strigliate ai colleghi nelle chat interne al partito, fotografano la spaccatura in Fratelli d'Italia.
Ma il commissario Urzì a dispetto delle sfuriate con i suoi dichiara: «Non commento dinamiche interne del tutto ordinarie». E aggiunge: «Siamo un blocco di granito al di là di quello che si scrive. E la dialettica in un partito di passionari è un elemento di vitalità, un valore aggiunto di cui sono orgoglioso».
Riguardo alla trattativa sul ruolo di Fratelli d'Italia nella futura giunta Fugatti, Urzì dice: «Stiamo lavorando in silenzio, non sui giornali, con nostra piena soddisfazione sulle linee guida indicate da Giorgia Meloni nella intervista rilasciata anche all'Adige, compreso il passaggio su Gerosa» perché, sottolinea il commissario: «Quella indicata e seguita è solo la linea di Fratelli d'Italia e non quella di Urzì, che è un semplice garante della linea del partito. E non credo che nessuno possa sentirsi tanto importante da smentire il nostro presidente nazionale. Questo per dire che non esiste nessun caso. Stiamo lavorando alla grande su questa linea e per rafforzare la nostra rappresentanza in giunta e Consiglio garantendo la massima partecipazione dell'intero gruppo consiliare provinciale. Che ha nel partito e nel suo commissario a livello locale e nel responsabile organizzazione a livello nazionale (Donzelli, Ndr.) i più forti garanti».
Poi rispetto a soluzioni diverse nell'individuazione di chi andrà in giunta - al posto di o con Gerosa - il commissario Urzì dice: «Interferenze interessate non esistono, perché semplicemente non esercitano alcun effetto sulle dinamiche scelte e seguite. Mi spiace per chi vorrebbe che le cose andassero diversamente, ma sta andando tutto alla grande». Nel mirino c'è in particolare il deputato Andrea de Bertoldi, che preferisce non commentare le parole del commissario. Il deputato, che ha portato in lista importanti candidature, tra cui proprio quelle di Carlo Daldoss, Christian Girardi, poi eletti, ha sempre sostenuto che per l'individuazione di chi andrà in giunta serve il gradimento del gruppo, senza dare tutto per scontato, compreso il ruolo di Gerosa, come invece sostiene Urzì.
In questo clima, intanto, si stringono gli spazi che il presidente Maurizio Fugatti sembra disposto a cedere a FdI in giunta. L'obiettivo del governatore è infatti quello di ricreare una giunta fotocopia della precedente con i fidati Roberto Failoni e Giulia Zanotelli (Lega), Achille Spinelli (lista Fugatti), Mario Tonina (Patt), Mattia Gottardi (La Civica). Resta un solo posto ai meloniani, Francesca Gerosa o un altro che sia. A meno che FdI non rinunci alla vicepresidenza e così avrebbe due assessori e Gottardi verrebbe dirottato sulla presidenza del Consiglio.