Taglio delle pensioni, anche i medici trentini sono pronti a scioperare: “Sistema a rischio”
Il motivo del contendere è legato alla manovra economica del governo Meloni. La sforbiciata sulle future pensioni, denunciano i medici, è pesante e riguarderà quasi la metà del personale attualmente in servizio: si parla di una perdita stimabile tra il 5 e il 25 per centro dell'assegno pensionistico annuale, fino a 26mila euro l'anno, che scatterà dall'1 gennaio 2024
ANALISI Stanchi e preoccupati, la fuga dei medici dagli ospedali
L'ESODO Sanità, sempre più professionisti nel privato e all'estero
TRENTO. I sindacati dei medici hanno proclamato lo stato di agitazione e, come passo successivo, sono pronti a scioperare. Il motivo del contendere è legato alla manovra economica del governo Meloni, ma la questione è naturalmente anche trentina. La sforbiciata sulle future pensioni, denunciano i medici, è pesante e riguarderà quasi la metà del personale attualmente in servizio: si parla di una perdita stimabile tra il 5 e il 25 per centro dell'assegno pensionistico annuale, fino a 26mila euro l'anno, che scatterà dall'1 gennaio 2024.
«Sono seriamente preoccupata - spiega la dottoressa Sonia Brugnara, oncologa al Santa Chiara e segretaria provinciale del Cimo Fesmed -, perché questa manovra dà il colpo di grazia a un sistema già in affanno. Le ripercussioni saranno gravissime: si prevedono pensionamenti in massa che mettono in serio pericolo la tenuta del sistema sanitario pubblico. E il tutto darà un grande vantaggio al settore privato, che accoglierà a braccia aperte i medici pensionati professionalmente, ma ancora potenzialmente attivi».
Detto dello stato di agitazione già proclamato, con eventuale sciopero, se le cose non dovessero cambiare i sindacati Anaao Assomed e Cimo Fesmed inviteranno gli iscritti con i requisiti, e che subiranno una decurtazione maggiore della pensione, a presentare subito la domanda di pensione usando tutte le ferie arretrate. Nel frattempo, verranno organizzate in tutte le Aziende sanitarie assemblee sindacali nel corso delle quali verrà spiegato ai sanitari in procinto di andare in pensione i gravi danni causati dalla manovra.
«Se con questa manovra il governo intende spingere ulteriormente i medici ad abbandonare il Servizio sanitario nazionale, daremo con piacere loro una mano - aggiungono Pierino Di Silverio, segretario Anaao Assomed e Guido Quici, presidente Cimo Fesmed -. E quando i pazienti che si recheranno in ospedale troveranno ancora meno professionisti a curarli, sapranno chi ritenere responsabile. Ma noi, dinanzi a questo ennesimo voltafaccia, non intendiamo stare in silenzio».Insomma, la sanità vive l'ennesimo paradosso: da una parte le parole sull'importanza del ruolo degli "eroi in prima linea" e gli appelli per salvare il sistema pubblico. Dall'altra i fatti, che corrispondono a tagli, e le politiche che anche se indirettamente spingono i professionisti verso il settore privato. Ma questa volta i camici bianchi, anche trentini, non intendono stare a guardare.