Provincia / La crisi

Manovre in piazza Dante: Carlo Daldoss vorrebbe il posto da assessore assegnato a Cia

Continuano le operazioni politiche per le poltrone in giunta, mentre prosegue lo stallo del Fugatti bis, dopo il clamoroso strappo di Fratelli d'Italia. Francesca Gerosa, che vorrebbe per sé la delega all'agricoltura, appoggerebbe l'ex assessore tecnico solandro

di Luisa Maria Patruno

TRENTO. Mentre sia Francesca Gerosa che Claudio Cia per ora si tengono stretti il posto di assessore e nessuno dei due ha rassegnato le dimissioni, all'interno di Fratelli d'Italia lo strappo ha ridato fiato a chi è rimasto fuori come il solandro Carlo Daldoss che si è candidato per fare l'assessore e non il consigliere. Così all'interno del partito ci si è resi conto che è in corso una manovra per spingere il presidente Fugatti a ritirare le deleghe a Cia, considerate irrilevanti e comunque non interessanti per il partito, per dare le ben più consistenti competenze all'agricoltura o agli enti locali e urbanistica a Daldoss, con la motivazione che per queste sarebbe certamente la persona più adatta rispetto a Cia, che è un infermiere.

A supporto di questa linea Daldoss sarebbe riuscito a portare non solo il commissario provinciale Alessandro Urzì, ma anche l'altra assessora Francesca Gerosa, che non si è ancora rassegnata all'idea di doversi dedicare a istruzione e cultura, ma spinge per poter conquistare l'agricoltura, che era la prima scelta di Fratelli d'Italia, come ribadisce il commissario Urzì insieme alla rivendicazione della vicepresidenza che resta sullo sfondo.

Resta da capire se nel gruppo consiliare di Fratelli d'Italia, che è di cinque consiglieri, perché ci sono anche Christian Girardi e Daniele Biada, ci sia la condivisione della maggioranza su una operazione che darebbe soddisfazione a Gerosa e Daldoss sacrificando però Cia (nella foto, i tre insieme a una recente cena del partito), che ra stato scelto dal presidente Fugatti non solo perché è stato il più votato dopo Gerosa ma perché è forse la persona di cui il presidente si fida di più.

E proprio questa sarebbe una delle motivazioni, insieme alla questione delle competenze, che sarebbe stata usata anche per persuadere i vertici nazionali del partito a tenere duro con questa richiesta che dunque oltre alle deleghe prefiguri la sostituzione di una delle due persone del partito nominate da Fugatti in Giunta.

Anche se sul nome di Carlo Daldoss, che ha un curriculum da "traditore seriale" avendo fatto le scarpe prima a Mosconi come sindaco di Vermiglio, poi tentando di prendere il posto di Ugo Rossi come candidato presidente del centrosinistra e infine approdando nel centrodestra, in Lega sono pochi a credere che Fugatti sia disposto a portarlo in Giunta con Gerosa al posto di Cia.

Ieri comunque, Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo di Fratelli d'Italia a livello nazionale, sulla crisi trentina ha rilanciato la palla all'autonomia dei vertici locali, rimarcando però che secondo lui si dovrebbe ripartire dal patto tra Lega e FdI firmato il 28 luglio scorso che prevedeva il via libera a Fugatti con però la vicepresidenza per Francesca Gerosa e rimandando l'assetto di Giunta all'esito del voto.

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