Infrastrutture in Trentino: 2mila certificati per cemento e acciaio e 300 ponti ispezionati in un anno
I 40 anni del laboratorio prove materiali della Provincia, la struttura con sede a che si occupa del controllo dei requisiti richiesti dalle normative tecniche per la sicurezza delle costruzioni. Il 12 dicembre è stata l'occasione per tracciare il bilancio 2023
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TRENTO. Quasi duemila certificati di prove materiali che assicurano la qualità dei prodotti utilizzati per le costruzioni e le opere sia pubbliche che private realizzate in Trentino. Oltre 6.000 pratiche per il cemento armato, relative a tutti gli interventi fatti in Trentino con l’utilizzo di calcestruzzo e acciaio, poi 28 certificazioni per sopraelevazioni (ad esempio un piano in più per una casa), 421 istanze di accesso agli atti relativi alle pratiche, riguardo alla trasparenza. Senza dimenticare l’importante lavoro di controllo periodico delle infrastrutture presenti, a partire dai ponti: sono 180 quelli ispezionati dall’inizio dell’anno e 100 quelli in corso di verifica, su un totale di 1.400 viadotti della viabilità di competenza provinciale (strade e ciclabili) che vengono periodicamente revisionati.
Questi i numeri per la sola attività del 2023 del Laboratorio Prove Materiali della Provincia autonoma di Trento, la struttura con sede a Spini di Gardolo che si occupa del controllo dei requisiti richiesti dalle normative tecniche per la sicurezza delle costruzioni. Il 12 dicembre ha festeggiato i 40 anni di attività ufficiale, dall’autorizzazione concessa dal Ministero dei lavori pubblici.
“Il Laboratorio Prove materiali è una struttura importante per tutto il Dipartimento infrastrutture della Provincia autonoma”, così il presidente Maurizio Fugatti, che ha partecipato al convegno per il 40/esimo, un momento utile per illustrare l’attività e far conoscere il Laboratorio anche al di fuori degli addetti ai lavori.
“Una realtà - ha aggiunto - che fornisce un supporto costante e concreto per la tenuta e la sicurezza delle opere e delle nostre arterie stradali, anche di fronte ai rischi costanti per il maltempo e ai danni prodotti da frane e smottamenti. È una risorsa dell’Autonomia trentina, per la sua storia e il ruolo che ha giocato finora e quello che giocherà in futuro, se pensiamo che per il periodo 2023-2036 il volume delle opere infrastrutturali programmate dalla Provincia raggiunge un valore di 2 miliardi di euro”.