Soffre il pronto soccorso in Trentino: 9 mila influenzati e molti pazienti con traumi da sci
Un fine anno con circa 250 accessi al giorno all'ospedale Santa Chiara, ma tanti malati anche a Rovereto e nelle valli: «E il picco deve ancora arrivare, ce lo aspettiamo nei prossimi giorni»
I DATI Non c’è solamente il Covid: influenza verso il picco
IL QUADRO Pronto Soccorso, un piano per gestire il sovraffollamento
PISTE Anche il 5 gennaio una settantina di incidenti sugli sci
SANTA CHIARA In pensione Ramponi, dal 1990 capo del pronto soccorso
TRENTO. L'influenza continua a colpire, costringendo i trentini a rimanere a letto sotto le feste. Con i pronto soccorso del territorio, in particolare dell'ospedale Santa Chiara di Trento, che si sono ritrovati a fare i conti con un numero molto elevato di pazienti e un carico di lavoro non indifferente tra sindromi influenzali (e para influenzali) e traumi sulle piste, anche di turisti.
Un 2023, quello nelle strutture sanitarie trentine, che si è chiuso con il "botto": solo all'ospedale Santa Chiara di Trento la media si aggira intorno ai 250 accessi al giorno.
«Il sistema sanitario però resiste, senza appoggiarsi alle cooperative», ci tiene a precisare il dottor Fabio Malalan, direttore dell'Unità operativa medicina d'urgenza dell'Apss e pronto soccorso a Rovereto
I numeri del pronto soccorso. Dati alla mano, secondo il dipartimento emergenza-urgenza dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari, tra il 24 dicembre 2023 e il 3 gennaio 2024 in tutta la provincia di Trento sono state contate 9.280 valutazioni in pronto soccorso, rispetto alle 7.501 registrate nello stesso periodo dell'anno precedente «anche se nel 2022 il dato risentiva ancora del Covid», prosegue Malalan. Un numero comunque molto più elevato in rapporto alle festività natalizie tra il 2019 e il 2020, quando si parlava di 7.714 accessi (cifra già allora considerata alta).
Soltanto al Santa Chiara nel 2023 si parla di una media di 250 accessi al giorno al pronto soccorso: a San Silvestro, nel 2023, sono entrate 232 persone, tra adulti, pediatrico e ginecologico. Dati molto simili all'1 gennaio 2024. «La situazione rimane difficile anche in questi giorni - spiega il direttore -. Ma le giornate più "critiche" sono state il 27 e il 30 dicembre».
Solo dall'1 al 3 gennaio del nuovo anno in totale sono stati registrati 2.479 accessi in Trentino (a inizio del 2023 se ne contavano 2.127). «Numeri decisamente importanti».
Parlando in cifre, sempre al Pronto soccorso dell'ospedale del capoluogo, nel 2023 sono stati accolti ben 91.474 pazienti, provenienti da 138 Paesi diversi. «Più del 50% degli accessi - sottolinea Malalan - sono codici bianchi e verdi. Quelli più gravi (rossi e arancioni) rappresentano poco più del 18%». Ma l'influenza sotto Natale, ha appesantito il carico. «Durante il corso dell'anno abbiamo uno o due giorni al mese con numeri così alti. Ora siamo già a 6».
Stando a quanto detto dall'Apss, su tutto il territorio dal 24 al 31 dicembre 2023 su 6.801 pazienti, 4.816 non hanno chiesto assistenza per traumi. «Soltanto tra febbre e dispnea, sono stati 1.400 i malati, circa un terzo».
Diversa la situazione, per esempio, per quanto riguarda alcune strutture periferiche: «A Cavalese, per esempio, gli incidenti sulle piste tra il 24 e il 31 dicembre hanno rappresentato circa un terzo delle visite complessive al pronto soccorso».
I dati sull'influenza. Febbre, tosse, male alle ossa, raffreddore e stanchezza: sono questi i sintomi dell'influenza (o parainfluenzali) che stanno colpendo circa 9mila trentini tra adulti e bambini. «Il numero di casi nelle ultime settimane sta aumentando - dichiara Maria Grazia Zuccali, direttrice del Dipartimento di prevenzione dell'Apss. La settimana scorsa si parlava di un'incidenza nella popolazione pari a 17 ogni mille abitanti, circa 9 mila persone».
I casi aumentano di molto se si prendono in considerazione i piccoli, «con un'incidenza di 45-50 su mille bambini». La curva però sembra essere ancora in salita, «con un picco che ci aspettiamo di qui a pochi giorni», aggiunge Zuccali. Valori che rimangono comunque superiori, anche se di poco, rispetto al livello dello scorso anno, quando già l'incidenza era considerata alta rispetto ai 20 anni precedenti». Non è mancata qualche forma grave di influenza negli ultimi giorni, «poche unità segnalate dall'ospedale che colpisce o anziani o persone, anche giovani, che presentano condizioni di rischio», conclude Zuccali.