Ecco la nuova giunta regionale: ancora senza competenze, ed a geometria variabile
Dopo le votazioni con imboscate dei franchi tiratori e mal di pancia fra alleati del centrodestra, varata la compagine con Zanotelli, e per la prima volta senza il presidente del Trentino
COMMENTO. La Regione "fastidio politico" e gli irresponsabili
BOLZANO. L’Ufficio Stampa della giunta regionale ci informa in una nota che «Si è svolta questa mattina a Bolzano la prima riunione della nuova giunta regionale guidata dal Presidente Arno Kompatscher, al suo fianco erano seduti la nuova Vicepresidente Giulia Zanotelli a destra il nuovo vicepresidente Franz Thomas Locher a sinistra, mentre di fronte hanno preso posto gli assessori Carlo Daldoss, Angelo Gennaccaro e Luca Guglielmi. Presente la nuova segretaria generale Antonella Chiusole.
Nel corso dell'incontro, il Presidente ha cortesemente accolto i nuovi membri della giunta regionale, esprimendo fiducia per il loro impegno a servizio della Regione e sottolineando l'importanza della collaborazione e del lavoro di squadra per raggiungere gli obiettivi comuni durante il proprio mandato. Ha inoltre delineato con chiarezza le linee guida e i principi fondamentali su cui basare la futura collaborazione all'interno della giunta. Queste indicazioni forniranno una solida base per il lavoro congiunto e per garantire il perseguimento degli interessi della regione e dei suoi cittadini nel corso della legislatura».
Nessuno dei membri sa ancora con certezza che competenze avrà: «Le deleghe assegnate a ogni assessore saranno comunicate una volta che verranno formalizzate dallo stesso Presidente».
La nuova giunta è frutto di un complicato artifizio politico, per riuscire a salvaguardare la presenza di almeno una donna. Ed è nata a gran fatica, impallinata più volte dai franchi tiratori, con tanto si show in Aula di consiglieri S p che mostrarono pubblicamente il loro voto (invalidandolo) come a dire: “non siamo stati noi ad avallare questa cosa”.
Il presidente della provincia di Bolzano rimarrà alla guida della giunta regionale per la prima metà della legislatura, con vicepresidenti, Franz Lochner, del gruppo tedesco, che ha ottenuto 37 voti e Giulia Zanotelli vicepresidente di lingua italiana. Diversamente da quanto prevederebbe la classica staffetta, non sarà quindi il governatore Fugatti ad assumere questa carica. Ed anzi – per la prima volta nella storia – il presidente della Provincia di Trento non siederà in giunta regionale.
Zanotelli è stata l’unica donna entrata in corsa, rappresentando quindi la “quota rosa” per evitare una giunta tutta al maschile.
Ma resta il tumultuoso iter, che ha segnato cicatrici. Quando scendono in azione i franchi tiratori il primo effetto in una coalizione è quello di minare la fiducia reciproca, soprattutto quando è già claudicante, e aprire la caccia a chi ha “tradito”, coperto dalla segretezza del voto. È quello che è accaduto mercoledì della scorsa settimana, subito dopo la prima votazione per l’elezione di Carlo Daldoss (Fratelli d’Italia) in giunta regionale, quando sono mancati tre voti (un consigliere di maggioranza era assente quindi erano 38). Il meloniano ne ha ottenuti solo 35, insufficienti per essere eletto perché ne servivano minimo 36 su 70 (la maggioranza assoluta).
È stata necessaria una seconda votazione e si è arrivati all’agognato traguardo dei 36, comunque sempre due voti in meno rispetto a quelli che avrebbero dovuto essere.
Morale, dopo la prima votazione fallita la vicepresidente della Provincia, Francesca Gerosa (FdI), è andata su tutte le furie e a caldo ha mandato un messaggio di fuoco nella chat dei consiglieri di maggioranza accusando le altre forze della coalizione, in particolare la Lega - seppur indirettamente - di non aver rispettato i patti. Il messaggio è stato cancellato dopo la seconda votazione, quella dove, grazie a un voto in più, Daldoss è riuscito a farsi eleggere come previsto.
Ma quanto accaduto in consiglio regionale, non era ancora stato digerito. «Non so chi sia stato a fare mancare i numeri - dichiara la vicepresidente Gerosa - ma ero davvero arrabbiata, come tutto il mio gruppo, perché siamo una squadra. Noi le maggioranze le sosteniamo sempre lealmente e quanto accaduto sul voto per Daldoss non poteva lasciare indifferenti. Lo stesso dico per l’elezione del presidente Kompatscher».
Fatto sta che subito dopo il “fattaccio” dell’elezione mancata al primo colpo il capogruppo di Fratelli d’Italia, Daniele Biada, è andato a chiederne conto al presidente Maurizio Fugatti, in quanto garante della coalizione: «Gli ho detto che spero che la mancanza di voti a Daldoss arrivi dall’Alto Adige e non dal Trentino perché noi siamo rispettosi dei patti e mi scoccia che sia mancato il voto. Certo ci possono essere mal di pancia ma nel momento in cui si è raggiunto un equilibrio le discussioni vanno lasciate alle spalle o non si va avanti per cinque anni. Ma Fugatti era altrettanto arrabbiato per l’accaduto. Certo è spiacevole e il dubbio non si può fugare».
Ma il presidente Maurizio Fugatti minimizza e guarda avanti: «Nelle votazioni segrete c’è sempre un po’ di libertà di pensiero, ma alla fine la quadra si è trovata. Non ne farei una questione importante. È mancato un voto. Credo - sottolinea - di avercela messa tutta nei fatti per rispettare i patti elettorali con Fratelli d’Italia nella composizione della giunta regionale, trovando anche una soluzione per garantire la presenza di una donna con Giulia Zanotelli, che rappresenta anche la giunta provinciale. E viene garantita anche la staffetta. È una buona mediazione».
Walter Kaswalder, capogruppo regionale del Patt, spiega così la comparsa dei franchi tiratori sul voto a Daldoss: «Qualche malumore è rimasto di sicuro visto quanto successo all’interno di FdI e poi per questa immagine che si è data di corsa alle poltrone, ma anche Kompatscher deve fare i conti con qualche problemino non indifferente nella Svp».