La Cgil contro la scuola che cambia: fra «secondarizzazione della primaria» e «prestiti» di insegnanti
La delibera sul personale, approvata venerdì dalla giunta, cerca di fare ordine ma secondo il segretario Meo aggiunge intrecci e garbugli
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TRENTO. Non piace alla Cgil del Trentino la nuova delibera sul personale della scuola, presentata in questi giorni dalla giunta, dopo il fallimento del disegno di legge 0-6 di Bisesti.
Commenta il segretario Flc-Cgil Raffaele Meo: «Organico docenti, spesa pubblica e calo demografico: mantenere la spesa costante per una miglior qualità e varietà dell’offerta formativa investendo sui docenti
La delibera di giunta n. 298 pubblicata venerdì scorso ha definito i criteri di formazione degli organici dei docenti per la scuola a carattere statale per l’anno scolastico 2024/2025.
Dalla riunione delle delegate e dei delegati docenti della FLC CGIL del Trentino emerge una certa delusione in quanto il provvedimento non intercetta alcuna delle osservazioni da noi presentate ai tavoli tecnici e politici cui abbiamo partecipato nelle ultime settimane, tracciando un cammino per la scuola di domani in cui non vediamo la volontà netta di rispondere all’inverno demografico col mantenimento del livello di spesa attuale e un intervento pubblico incisivo per “reinvestire” sui docenti e in maggior qualità e varietà dell’offerta formativa, le economie generate da un organico docenti che, se non in graduale contrazione, si dà quantomeno in graduale assestamento.
Le prospettive ci erano già state illustrate l’anno scorso quando il Ddl n.176 del 28 marzo 2023, battezzato “Ddl Bisesti sulla carriera dei docenti”, individuava buona parte delle risorse necessarie per finanziare il progetto, poi naufragato, proprio nelle economie derivanti dalla contrazione o l’assestamento dell’organico docenti conseguente al calo della natalità e delle iscrizioni da qui a dieci anni, nonché dal graduale dirottamento delle risorse per la valorizzazione del merito.
Nella delibera non è stata prevista alcuna riduzione del numero di studenti per classe; si è preferito prevedere un numero di ore aggiuntive di “organico a sostegno della complessità delle classi” – un plafond di duecento ore settimanali a livello provinciale per il primo e secondo ciclo – che tiene conto solo dell’elemento quantitativo e distribuibili in funzione della media studenti per classe per istituto, da due cinque ore a settimana, senza alcun criterio né indicazione al dirigente scolastico per la loro destinazione d’uso.
Un’iniziativa che apre un piccolo margine di manovra nell’organico dell’autonomia, che speriamo si vada ad aggiungere alla possibilità per i dirigenti scolastici, già prevista peraltro, di chiedere e ottenere ore di organico aggiuntivo per far fronte a varie esigenze. Non siamo contrari, ma ciò che chiediamo è un progetto più strutturato, ordinato e organico di medio-lungo periodo, risultato di un’analisi profonda e condivisa delle questioni annose, quale ad esempio l’aumento degli alunni con BES, o emergenti, come una forma nuova di disagio giovanile ancora poco codificabile – solo per citarne due tra le le più sfidanti.
La delibera s’inserisce nel solco della cosiddetta “secondarizzazione della scuola primaria” con l’introduzione di una seconda ora di educazione motoria nella classi quarte che si aggiunge a quella già prevista l’anno scorso e alle due nelle classi quinte, tutte affidate a insegnanti specializzati della secondaria di secondo grado e senza prevedere – così come invece lo è a livello nazionale seppur con le difficoltà del caso – una classe di concorso specifica per l’insegnamento della motoria alla primaria, un sistema di reclutamento coerente e un progetto, per quanto semplice, di inserimento dell’educazione motoria nella primaria.
Partendo dal presupposto che chiediamo uno sforzo maggiore per una progettazione ordinata e coerente alle specificità della primaria, non intravediamo poi molta attenzione per le altre “educazioni”, musicale e artistica, che meriterebbero una loro collocazione chiara, garantita e una valorizzazione nel curriculum di tutti gli ordini di scuola, ad esempio attivando nuove SMIM (scuole medie a indirizzo musicale) sul territorio.
La nostra non è una posizione di rifiuto aprioristico di quanto propone l’amministrazione, ma le nostre istanze hanno lo scopo di semplificare un sistema che ormai tende a intrecciare ordini e gradi di scuola diversi, ad accorpare classi di concorso di gradi diversi, a “prestare” insegnanti a ordini di scuola diversi, diventando sempre più stratificato, articolato, ingarbugliato».