Pneumatici usati, UniTrento capofila del progetto di riciclo: quasi un milione di finanziamento europeo
"Norubtreet_4_Life" per misurare le esalazioni derivate dai prodotti e verificare che non contengano sostanze tossiche. In prima battuta saranno prodotti battistrada per veicoli pesanti
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TRENTO. Un gruppo di ricerca del dipartimento di ingegneria industriale dell'Università di Trento, guidato dal docente di scienza e tecnologia dei materiali Stefano Gialanella, si occuperà di capire come limitare l'impatto ambientale dei componenti derivati dai pneumatici usati.
Il progetto - informa l'ateneo - si chiama "Norubtreet_4_Life" e ha recentemente ottenuto un finanziamento da 898.717 euro, nell'ambito del programma Life Horizon Europe, che supporta interventi e iniziative dedicate al miglioramento della qualità dell'ambiente, alla sostenibilità e all'economia circolare.
L'obiettivo della ricerca è mettere a punto un processo di riciclaggio di pneumatici usati per creare nuove mescole per pneumatici nuovi, non inquinanti, e qualificati anche per le caratteristiche di emissioni in atmosfera e il relativo impatto tossicologico e ambientale.
Lo studio, coordinato dall'ateneo trentino, si avvale di quattro partner: l'Istituto reale svedese di Tecnologia (Svezia), l'Università di Groningen (Olanda), l'Università degli studi di Milano e Marangoni Spa. Le principali linee di azione del progetto prevedono di misurare le esalazioni derivate dai prodotti e verificare che non contengano sostanze tossiche come gli idrocarburi policiclici aromatici. In prima battuta saranno prodotti battistrada per veicoli pesanti, ma il traguardo è capite cosa fare dei pneumatici usati.