Ruba 11 orologi da bambino, ma poi risarcisce: reato estinto
Il ladro ha pagato anche i danni morali: la "cortesia" è stata riconosciuta dalla Cassazione, che ha accolto il suo ricorso e annullato la sentenza perché il reato è estinto
TRENTO. Ha commesso un furto, ma poi è stato a sua maniera generoso: finito in tribunale, il ladro ha risarcito il commerciante versando anche una quota per il danno morale. La "cortesia" è stata riconosciuta dalla Cassazione, che ha accolto il suo ricorso e annullato la sentenza perché il reato è estinto. Protagonista della vicenda è un 34enne, accusato di aver rubato dalla vetrina del negozio ben 11 orologi da bambino, con l'aggravante dell'aver commesso il fatto su beni esposti per consuetudine alla pubblica fede.
La merce aveva un valore complessivo di 100 euro. Il furto, avvenuto esattamente due anni fa, era stato subito scoperto. Il ladro, assistito dall'avvocato Giuliano Valer, era stato condannato in primo grado, con sentenza confermata in appello che ha riconosciuto l'attenuante del risarcimento. L'importo versato alla parte offesa è stato di 120 euro, superiore al costo degli orologi: nella somma complessiva versata al commerciante, il ladro ha voluto inserire un risarcimento del danno morale.
Con il ricorso in Cassazione il 34enne ha evidenziato che la Corte d'Appello non ha tenuto conto che con la Riforma Cartabia il reato, originariamente procedibile d'ufficio, era divenuto procedibile a querela: ha chiesto dunque di riconoscere l'estinzione del reato. La Corte di Cassazione ha rilevato che il riconoscimento della congruità del risarcimento era avvenuto già con sentenza di primo grado, che la persona offesa non si era costituita parte civile e aveva ricevuto il risarcimento sia del valore della refurtiva sia del danno morale.
C'è stata da parte dell'imputato una condotta riparatoria, che a fronte della remissione di querela, viene riconosciuta circostanza per procedere con l'estinzione del reato.