Le mamme della tragedia di Montalbiano, Stefano Bertoldi e i volontari, il vescovo: esempi di resurrezione
Nell’omelia pasquale Lauro Tisi ha portato ad esempio l’abbraccio della madre del femminicida e quella della vittima e ha reso onore a uno dei fondatori dell’Hospice di Trento
IL DRAMMA Uccisa con una coltellata dal compagno, che poi si toglie la vita
IL LUTTO Trentino addolorato: è morto a 59 anni Stefano Bertoldi
TRENTO. “Manca un corpo alla contabilità della morte. Cristo è risorto, il male non ha l’ultima parola”. Sono le parole rassicuranti con cui l’arcivescovo Lauro apre l’omelia nel solenne pontificale di Pasqua in cattedrale a Trento, con inizio alle ore 10. “Di fronte alla violenza che dilaga, la Pasqua – prosegue monsignor Tisi – ci invita a lasciare il nostro pianeta di tombe e, attraverso le ferite del Risorto, veder fiorire la luce nelle piaghe della nostra vita”.
Una prospettiva che secondo don Lauro è resa “estremamente difficile” dall’”attitudine a frequentare la morte, evocata nei nostri dialoghi giornalieri dove dipingiamo il nostro come il peggiore dei mondi possibili”.
L’invito è dunque lasciarsi “scaldare il cuore dalle Scritture”, per verificare come “la comunità credente – rammenta l’Arcivescovo – non è nata dal solo ricordo di Gesù” che “avrebbe al massimo potuto creare – nota – una scuola di pensiero, come accaduto con tanti grandi personaggi della storia”. “La comunità credente – sottolinea monsignor Tisi – nasce invece da una presenza, non da un ricordo”.
L’Arcivescovo di Trento indica alla Chiesa trentina significativi indizi del risorto, come “l’abbraccio delle due madri coinvolte nella incommensurabile tragedia di Montalbiano”, che “scelgono di non aprire la porta al male ma di affrontare insieme l’immane dolore”. E ancora la “testimonianza di Stefano Bertoldi, tra i fondatori dell’Associazione Ama e dell’Hospice di Trento”, scomparso prematuramente ma “un ramo che continua a fiorire”, piuttosto che i “tanti gesti gratuiti di migliaia di volontari”.
“Potremmo continuare – conclude don Lauro –, ma lascio a tutti voi la gioia di trovare nella vostra vita i segni del Risorto”.