«Tramandare» l'azienda in famiglia, perché il cambio della guardia è sempre più difficile
Oggi il convegno organizzato dalla camera di Commercio di Trento, per il ciclo CamLab: «Due terzi delle imprese non arrivano alla seconda generazione perché è venuto a mancare l’habitat familiare in cui sono nate»
TRENTO. Si è chiusa con l’evento di questo pomeriggio l’edizione 2024 di “CamLab: dialoghi su impresa e innovazione”, il ciclo di incontri organizzato dalla Camera di Commercio di Trento e da Accademia d’Impresa, dedicato al mondo delle organizzazioni.
“Il cambio di guardia nelle imprese”, questo il titolo della tavola rotonda pomeridiana che ha animato la corte interna di Palazzo Roccabruna.
Franco Cesaro, docente universitario, saggista e consulente aziendale ha parlato dei temi della convivenza fra diverse generazioni confrontandosi con alcuni testimoni del mondo economico trentino: Andrea Basso, presidente dell’Associazione trentina dell’edilizia (Ance), Claudio Filippi, in rappresentanza dell’Associazione artigiani del Trentino, Giulia Fontana, esponente dell’Associazione giovani agricoltori – CIA e Gianmarco Palmieri, delegato di Confcommercio - Trentino
Variabili di carattere culturale, demografico e anagrafico sono all’origine delle differenti visioni del mondo che ogni generazione – e ogni individuo - porta nel suo approccio al mondo del lavoro. “Fare sintesi è difficile” – osserva Franco Cesaro, che dagli anni ’70 studia questi aspetti e che da buon consulente aziendale sa che non esistono ricette universali. Ma nella sua cassetta degli attrezzi ci sono alcuni strumenti di base che ben si prestano ad un uso flessibile da parte delle singole realtà.
Innanzitutto la successione d’impresa non va lasciata al caso, ma va preparata: “Oggi – ha osservato Cesaro - nell’80% dei casi lo strumento usato per la successione è la morte. Poi seguono i conflitti. La successione, invece, va preparata prima con accordi e patti parasociali perché per mandare avanti le famiglie e le imprese servono salute e pace. Con i conflitti e la malattia l’azienda, come la famiglia, soffre”.
Al secondo posto c’è la consapevolezza che l’azienda si fonda su una ragione sociale: “L’imprenditore costruisce un’azienda per rispondere ad un bisogno sociale: la comunità con le sue istanze è il terreno fertile su cui prosperano le aziende. Le PMI italiane, in particolare, ricevono valore dal territorio dove spesso sono parte integrante di sistemi produttivi, di filiere e di catene di valore. La successione d’impresa è quindi anche una questione sociale che non può essere disgiunta dal governo del territorio”.
Al terzo posto c’è la famiglia: “Due terzi delle imprese non arrivano alla seconda generazione perché è venuto a mancare l’habitat familiare in cui sono nate. Saper creare interconnessione fra le generazioni, diffondere un senso di fiducia ed educare i figli alla sfida sono elementi che servono a garantire continuità e a creare senso di appartenenza”.
Per cercare di garantire un domani alle PMI del territorio, l’Associazione artigiani del Trentino – ha raccontato Claudio Filippi - ha cercato negli anni scorsi di far incontrare vecchie e nuove generazioni supportando, non senza difficoltà, la cessione d’impresa in mancanza di una continuità familiare.
Giulia Fontana, Andrea Basso e Gianmarco Palmieri hanno testimoniato con la loro esperienza personale la difficoltà del cambio di guardia, coronata dal successo grazie alla propria passione e al senso di appartenenza alla famiglia.