Il 25 aprile della vicepresidente Gerosa: «Sto a casa, dover dire se sei fascista o antifascista è anacronistico»
Scurati? «Non è stato oscurato. È il nostro modo di pensare e di certo sono per l'assoluta libertà di pensiero e di esternazione». Ma «passerò questa giornata, espressione delle libertà acquisite, con la mia famiglia»
IL CASO Il monologo di Scurati oscurato dalla Rai
PROTESTA L'Anpi: su Scurati un gesto da regime
TRENTO. Dopo la censura del monologo dello scrittore Antonio Scurati sul 25 aprile da parte della Rai e il botta e risposta tra la premier Giorgia Meloni e lo stesso Scurati, emergono le divergenze sul fascismo e la Liberazione anche a livello locale tra Pd e Fratelli d'Italia. «Come la mettiamo Fratelli d'Italia del Trentino? - chiede la consigliera provinciale del Pd, Lucia Maestri, che la settimana scorsa era riuscita ad ottenere in consiglio provinciale l'approvazione all'unanimità della sua legge sulle celebrazioni per il centenario della morte di Giacomo Matteotti, - Siete davvero così autonomi da Herr Meloni? Se è così (ma la storia di questi vostri mesi a partire dalla composizione della Giunta dice altro) noi democratici tutti non possiamo che essere contenti. Il dubbio è che non sia così! Vi vogliamo in piazza, cari Fratelli d'Italia del Trentino, con tutti noi, il 25 aprile a festeggiare una data che inneggia alla libertà di tutte e di tutti. Ve lo ho già detto in aula. Vi aspetto. Sempre che Herr Meloni non vi "oscuri". Così come ha fatto con Scurati».
Ma la vicepresidente della Provincia e assessora alla cultura di Fratelli d'Italia, Francesca Gerosa, derubrica tutta la questione a un «non tema». «Nessuno ha oscurato nessuno, - esordisce Gerosa - tant'è che il presidente Meloni ha pubblicato personalmente il monologo scritto da Scurati. Quindi la polemica e l'attacco al nostro presidente è puramente strumentale. Chi come noi di Fratelli d'Italia è abituato ad essere attaccato, non accetta mai l'oscurantismo intellettuale, anche quando le opinioni sono proprio contro di te o noi».
«È il nostro modo di pensare - continua Gerosa - e di certo sono per l'assoluta libertà di pensiero e di esternazione delle proprie idee, purché ciò avvenga sempre nel rispetto delle persone e anche dei ruoli». In merito poi alla condanna del fascismo e alla celebrazione del 25 aprile, Gerosa risponde in modo "meloniano" dicendo: «Sull'antifascismo il tema è molto semplice: sono nata dopo la fine della guerra e dopo il fascismo, e ho sempre condannato tutte le violenze e le atrocità di qualunque colore, perché non si dimentichi quanto accaduto nella storia. Ma trovarsi ancora oggi, nel 2024, a rispondere a domande che ti chiedono di definirti fascista o antifascista è davvero anacronistico e, in effetti, anche abbastanza ridicolo. Il fascismo è un fenomeno storico che non è più attuale, non esiste alcun "pericolo fascista" sventolato solo dalle sinistre ormai senza argomenti, dunque non avrebbe alcuna ragion d'essere doversi definire antifascisti. Per essere anti "qualcosa" deve esistere quel "qualcosa"».
La vicepresidente non parteciperà comunque alle celebrazioni: «Io passerò questa giornata, espressione delle libertà acquisite, con la mia famiglia, con mio marito e i miei figli. D'altronde "la libertà" è anche questo: scegliere, senza condizionamenti o facendosi dire da qualcuno, la sinistra, che per dimostrarsi democratici il 25 aprile si deve per forza stare in piazza con loro a fare immagine».