Era scomparsa ma sta ritornando: la lontra nei nostri torrenti, conferenza al Muse
L’inquinamento dei corsi d’acqua l’aveva fatta sparire, oggi ci sono circa mille esemplari in Italia di questo animale, in arrivo sia da Est che dal Sud Italia (per ora, in Alto Adige)
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TRENTO. L'ultimo appuntamento di “Incontri al museo per parlare di fauna” è dedicato al ritorno della lontra sui rilievi alpini italiani, un fenomeno ben documentato grazie al monitoraggio nazionale promosso e finanziato da WWF Italia. Al Muse, mercoledì 8 maggio alle 20.45 Luca Lapini, zoologo del Museo Friulano di Storia Naturale, fornirà in anteprima un primo quadro d’insieme sulla “signora dei fiumi”, uno dei mammiferi più rari in Italia.
Da un centinaio di animali arroccati in pochi fiumi dell’Italia centro-meridionale in quarant’anni la situazione della lontra in Italia è nettamente migliorata: oggi si contano 800-1.000 esemplari in evidente fase di espansione sia dal sud Italia (con la recente ricolonizzazione di Abruzzo, Lazio, Toscana ed Emilia-Romagna), sia dal nord (Liguria, Lombardia, Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia).
Nel corso della serata al Muse Luca Lapini, uno dei massimi esperti italiani di questo animale, fornirà un quadro aggiornato della situazione della specie sul territorio alpino. L'incontro sarà moderato da Paolo Pedrini, coordinatore dell'Ambito Biologia della Conservazione – Ufficio Ricerca e Collezioni Muse.
«Nel XX secolo la lontra ha rischiato di estinguersi in gran parte d’Italia. Oggi – anticipa Lapini – i dati sono confortanti: questa specie sta rapidamente recuperando terreno sia in Italia centro meridionale, sia in Italia settentrionale, dove sta autonomamente rientrando da Slovenia, Austria, Svizzera e Francia. Il tema dell’incontro promosso dal MUSE, dal titolo ‘La signora dei fiumi: il silenzioso ritorno della lontra nelle Alpi’, è focalizzato proprio sul ritorno di questa specie nell’arco alpino».
Il monitoraggio nazionale, i cui dati verranno presentati il 31 maggio in occasione della Giornata mondiale della lontra, è stato promosso e finanziato dal WWF Italia. Allo
studio hanno preso parte numerosi volontarie/i, studentesse/i e associazioni, seguendo la metodologia standardizzata OSG (Otter Specialist Group) che consente confronti relativamente precisi tra diverse aree di ricerca. Nel corso delle indagini è comunque stata utilizzata sia la ricerca di marcature lungo i fiumi, sia l’utilizzo del camera-trapping, sia la ricerca di reperti da road-mortality.
Luca Lapini, per più di quarant’anni zoologo dei vertebrati del Museo Friulano di Storia Naturale di Udine, studia la lontra dalla fine degli anni’70 del XX secolo. Laureato in Scienze Naturali all’Università di Trieste, è autore di circa 300 pubblicazioni scientifiche e divulgative sui vertebrati terrestri italiani (Anfibi, Rettili, Mammiferi). Nel corso delle sue attività di ricerca ha scoperto più di dieci taxa nuovi per il territorio italiano (tra di essi il riccio rumeno e lo sciacallo dorato), lasciando testimonianze materiali di queste scoperte in diverse collezioni naturalistiche italiane. È autore del primo testo di alta divulgazione italiano sulla lontra (L. Lapini, 1984. La lontra. C. Lorenzini ed., Udine), ha partecipato al primo monitoraggio della lontra in Italia (Cassola, 1986) e continua a seguirne l’espansione nell’Italia nord-orientale coordinando decine di appassionate/i.