Le 1.200 maestre delle scuole dell'infanzia non mollano: di nuovo in piazza contro l’apertura a luglio
In settimana in consiglio provinciale si discuterà il Ddl di Filippo Degasperi con la richiesta di equiparare il calendario scolastico agli altri ordini e gradi scolastici, e quindi senza l'apertura a luglio, come accade in tutta Italia, compreso l'Alto Adige
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TRENTO. Le insegnanti delle scuole dell'infanzia non mollano. Anzi rilanciano e vogliono avere un quadro chiaro della situazione, sapendo chi è con loro e chi contro. Mentre l'amministrazione va avanti dritta per la propria strada, con l'apertura a luglio confermata anche dalla neo assessora Francesca Gerosa - anche se le maestre, viste le aperture in campagna elettorale, speravano in un dietrofront -, un sempre più ampio gruppo continua la propria battaglia.
E in settimana, quando in consiglio provinciale si discuterà il Ddl di Filippo Degasperi con la richiesta di equiparare il calendario scolastico agli altri ordini e gradi scolastici - e quindi senza l'apertura a luglio, come accade in tutta Italia, compreso l'Alto Adige - annunciano un presidio in piazza Dante e chiedono, con una lettera sottoscritta da ben 1.200 insegnanti, ma anche da operatori d'appoggio e cuochi, che i politici prendano una posizione chiara.
«Il Ddl Degasperi è frutto di un lungo percorso, fatto tra gennaio e ottobre 2023, con numerosi incontri sul territorio, da Trento a Cles, da Mori a Cavalese, passando per zona del Garda e Valsugana. Abbiamo avuto modo, in queste pubbliche occasioni, di illustrare e dibattere con il consigliere le criticità che affliggono il mondo della scuola dell'infanzia sia dal punto di vista del bambino/e sia del personale docente, degli operatori d'appoggio e cuochi, includendo anche le difficoltà di gestione delle strutture. Gli aspetti pedagogici e organizzativi, sono stati ampiamente discussi e resi noti tramite incontri, stampa, iniziative ed azioni con il fine di sensibilizzare tutti verso la decadenza della scuola dell'infanzia come servizio educativo/didattico. Sin dal primo incontro, tenutosi a Trento nel gennaio scorso, si è palesata l'esigenza di realizzare una rete tra le insegnanti per permettere uno scambio proficuo di riflessioni costruttive.
Siamo così riuscite a realizzare una rete tra di noi, che offre la possibilità a molte insegnanti di realtà diverse e territorialmente distanti, di essere in contatto le une con le altre, con un unico obiettivo quello di salvaguardare l'identità della scuola dell'infanzia e la specificità che la contraddistingueva anche nel panorama nazionale. L'interessamento continuo del consigliere Degasperi alle nostre problematiche, la caparbietà di conoscere e di capire il perché le insegnanti continuassero imperterrite nella difesa della loro causa ha fatto sì che si distinguesse tra gli esponenti politici provinciali che in vario modo abbiamo interpellato ed incontrato sulla nostra strada».
Fatto il quadro generale, le 1.200 insegnanti entrano nel merito politico: «A fine marzo abbiamo saputo dalla stampa, con sorpresa, che in Quinta Commissione esponenti del Partito Democratico hanno dichiarato la loro contrarietà al Ddl: una posizione nettamente distante e divergente rispetto a quella asserita e sostenuta nella scorsa legislatura dalla consigliera Lucia Maestri che in più occasioni aveva dimostrato solidarietà con le insegnanti. Nel maggio 2023, nella stessa commissione chiamata in causa dalla petizione sottofirmata da 8.236 cittadini trentini, si era espressa affermando che "Per la scuola, la giunta aveva instaurato una dinamica divisiva che aveva messo famiglie e scuole le une contro le altre e ha così depotenziato la figura dell'insegnante". La consigliera era dell'idea che le più di 8.000 firme raccolte fossero una testimonianza di queste dinamiche. Ancora: ci chiediamo come mai ora, il consigliere Andrea de Bertolini dichiara "sdoganata" la questione scuola dell'infanzia che la stessa Maestri auspicava venisse presa in carico nel 2024 con la nuova legislatura.
Anche la consigliera Francesca Parolari si è ultimamente espressa in modo totalmente divergente rispetto alla precedente posizione dal partito di cui fa parte. Siamo, come cittadine ed insegnanti, amareggiate e deluse nell'assistere a queste continue "amnesie" che incrinano la fiducia della popolazione verso chi ci amministra. Il voto al Ddl per la scuola dell'infanzia sarà l'occasione per dimostrare la coerenza delle parole con i fatti. Ora supportino con il loro voto in aula quello che per noi rappresenta la dignità della scuola dell'infanzia. Questo risultato sarà per noi la cartina tornasole dove orientare la nostra preferenza per i prossimi impegni elettorali. Nelson Mandela diceva che ""C' è solo un modo per svelare l'anima di chi governa una comunità: osservare come tratta i bambini e gli insegnanti". Noi stiamo a guardare!».