Concessione A22, troppi ritardi sul bando. Ma Trento e Bolzano escludono che lo Stato voglia mettere le mani sull'autostrada
Pressing su Roma che continua a rinviare la pubblicazione per la gara sulla base della proposta di parternariato pubblico-privato avanzata da Autobrennero. I presidenti Fugatti e Kompatscher rassicurano: solo qualche nodo tecnico-amministrativo da sciogliere, ma obiettivo pubblicazione entro fine anno. E la costituzione della nuova Autostrade dello Stato spa non riguarderebbe questa situazione
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TRENTO. Quello dell'altroieri al ministero dei Trasporti (il ministro Matteo Salvini però non era presente) è stato il primo incontro sulla questione della concessione dell'A22 con i governatori Maurizio Fugatti (Trentino) e Arno Kompatscher (Alto Adige) dalla approvazione ad aprile da parte del Consiglio dei ministri del decreto che ha costituito la società Autostrade dello Stato spa che «sarà deputata all'esercizio dell'attività di gestione delle autostrade statali in regime di concessione mediante affidamenti in house».
Si tratta di una novità che ha suscitato una certa inquietudine sul destino della concessione di A22 soprattutto considerato che da parte statale si continua a rinviare la pubblicazione dell'atteso bando per la messa a gara della concessione sulla base della proposta di parternariato pubblico-privato (finanza di progetto) avanzata da Autobrennero, che garantisce investimento per 7,5 miliardi di euro.
Lo Stato vuole forse mettere le mani sull'A22? È per questo che a Roma sia il ministero dell'Economia e delle finanze che quello dei Trasporti stanno prendendo ancora tempo sulla pubblicazione del bando? Il presidente altoatesino Arno Kompatscher lo esclude con una battuta sibillina: «Ma no!! Che strane idee. È vero che Andreotti aveva detto: "a pensar male si fa peccato ma..."; in questo caso però mi sembra un'ipotesi assai remota. E comunque: in quel caso sapremmo come difenderci».
Poi sulle ragioni del ritardo nel mettere a gara la concessione, Kompatscher spiega così la situazione: «C'è ancora qualche nodo tecnico-amministrativo da sciogliere. Ma Fugatti ed io abbiamo chiesto di dare una accelerata».
Anche il presidente trentino Maurizio Fugatti esclude che il "governo amico" e in particolare proprio i due ministri leghisti Giancarlo Giorgetti (Economia) e Matteo Salvini (Trasporti) possano pensare di "statalizzare" l'A22, che oggi tramite Autobrennero spa è controllata per l'85% dagli enti pubblici dei territori attraversati dall'autostrada, dal Brennero a Campogalliano.
«Nei ministeri - informa il presidente il presidente Fugatti - si sta discutendo ancora su alcune questioni aperte, come quella sugli extraprofitti su cui non c'è ancora l'accordo di tutti. Ma stiamo cercando di andare avanti e abbiamo sollecitato un timing sicuro per la pubblicazione del bando che deve avvenire entro il 2024».
E anche il presidente Fugatti esclude categoricamente che lo Stato con la nuova società punti a statalizzare anche l'A22: «Autostrade dello Stato non riguarda noi».
Le questioni ancora irrisolte sono il nodo degli extraprofitti maturati in regime di proroga della concessione (dal 2014) e quello del mancato adeguamento delle tariffe di pedaggio. Per gli extraprofitti, il governo pretende 509 milioni di euro da Autobrennero: la trattativa potrebbe chiudersi con un esborso tra i 200 e i 250 milioni di euro.
Allo scopo, l'udienza di inizio aprile al Tar del Lazio, per sciogliere il nodo extraprofitti, è stata d'intesa tra le parti rinviata al febbraio 2025. Resta il fatto che staccando la concessione lo Stato incasserà un sacco di soldi: ovvero i 580 milioni di valore della concessione, più gli 840 milioni del Fondo Ferrovia e appunto gli extraprofitti.