Pedemonte e Casotto insistono, comuni vicentini della Valdastico che vogliono diventare trentini
Nel 2008 fecero un referendum, dove il «separatismo» vinse alla grande. Ma da allora non si è più mosso nulla, e adesso il consiglio comunale delibera l’addio alla Serenissima
STORIA La battaglia di Pedemonte «Noi siamo trentini»
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FOLGARIA. Un referendum del 2008 sancì inequivocabilmente il desiderio degli abitanti di Pedemonte e Casotto di voler ritornare in Trentino, che fu la loro patria fino al 1929, quando il regime fascista d'imperio assoggettò i due territori alla provincia di Vicenza. Ne è passata di acqua sotto i ponti, ma il "Comitato per tornare in Trentino" è oggi più determinato che mai per rilanciare il tema in sede istituzionale. «Contiamo come un condominio di Vicenza, ma la storia della nostra terra ci accompagna.
Qui governavano i Principi Vescovi, l'impero austro-ungarico, la Diocesi di Trento (fino al 1964). Il nostro catasto è quello di Maria Teresa d'Austria. La politica ha fatto tante promesse, ma come spesso accade le iniziative popolari non vengono ascoltate» racconta il presidente del comitato Alberto Baldessari.
Ma qualcosa si sta muovendo positivamente. «I giornali del Veneto ci hanno dato spazio ed anche le televisioni locali hanno abbracciato la nostra richiesta». Il Comune di Pedemonte (che comprende anche la frazione, ed ex Comune Casotto) ha recentemente deliberato la volontà di cambiare casacca, con apposita deliberazione ha sancito la validità del referendum ed ha rimarcato di voler approdare sulle sponde trentine.
La delibera dell'intero Consiglio comunale votata all'unanimità è stata inviata anche al governatore veneto Luca Zaia, che dovrà ora prendere una posizione in merito.
Anche i comuni cimbri limitrofi, Luserna, Lavarone e Folgaria, a suo tempo aveva espresso parere favorevole al ritorno in Trentino di Pedemonte. Porte aperte anche da parte della Provincia.
C'è un collegamento storico ed economico tra le terre alte dell'Alpe Cimbra e Pedemonte e Casotto. C'è un netto pendolarismo quotidiano di lavoratori e tecnici in tutti e due i sensi.
Ad aspettare buone notizie dalla Regione Veneto anche il "vecio" saggio Bruno Scalzeri che è stato il sindaco più longevo d'Italia, 45 anni ininterrotti, ed è una delle memorie storiche più effervescenzi e dinamiche dell'intera valle. «C'è una speranza auguriamoci che anche la prossima amministrazione comunale di Pedemonte si faccia carico della nostra battaglia».