La riforma dell'autonomia non arriverà a giugno come promesso: si va dopo l'estate
Il presidente Fugatti ha riferito in consiglio provinciale sui lavori in corso a Roma sullo Statuto speciale, con il ministro Calderoli: prima un confronto in tutte le assemblee regionali
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TRENTO. Non arriverà in giugno - come annunciato a suo tempo dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli - ma slitterà a settembre od ottobre l'approvazione in consiglio dei ministri del disegno di legge costituzionale di riforma degli Statuti delle autonomie speciali, compreso quello del Trentino Alto Adige, con l'introduzione del principio dell'intesa per le modifiche statutarie e altre norme relative alle competenze, sulla base del testo presentato dal presidente altoatesino Arno Kompatscher, a nome di tutte le Speciali, alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni nell'ottobre dell'anno scorso.
Lo ha spiegato ai capigruppo del consiglio provinciale il governatore trentino Maurizio Fugatti illustrando l'esito di due incontri romani del tavolo tecnico sulla riforma che si sono tenuti a inizio settimana.
Il ministro Calderoli ha detto infatti che prima dell'approvazione in Consiglio dei ministri vorrebbe una discussione del testo dei consigli regionali (a provinciali nel nostro caso) per trovare la condivisione. Il presidente Fugatti ha poi precisato che sul piano tecnico non sono emerse obiezioni da parte statale sull'introduzione dell'intesa, che è la questione principale perché con questa si evita che il Parlamento possa modificare gli Statuti senza la condivisione dell'autonomia speciale interessata, mentre il ministero per gli Affari regionali non ha espresso una totale condivisione sulle modifiche proposte per un ampliamento della funzione delle norme di attuazione dello Statuto.
Nell'incontro il presidente Fugatti ha anche confermato che le due Province si avvolgono della consulenza della professoressa trentina Daria de Pretis, giurista insigne, che è stata vicepresidente della Corte costituzionale.