Giustizia / Il caso

Chico Forti è nel carcere di Verona: ha chiesto il permesso di andare a Trento a trovare la madre

Il trasferimento su un mezzo della polizia penitenziaria oggi, domenica 19 maggio, dopo avere trascorso la notte in cella a Rebibbia. Nel penitenziario veneto di Montorio, a sei chilometri dalla città, sono detenuti anche Filippo Turetta e Benno Neumair

IL PUNTO Le prossime tappe per Forti, da oggi a Verona
SCHEDA Dieci cose da sapere della vicenda di Chico Forti

 

VERONA. Chico Forti è arrivato nel carcere di Verona dove sconterà la sua pena. Il 65enne trentino aveva lasciato stamani l'istituto penitenziario di Rebibbia a Roma dove era stato trasferito ieri subito dopo essere atterrato a Pratica di Mare dove avere trascorso 24 anni in carcere negli Usa. Il trasferimento su un mezzo della polizia penitenziaria oggi, domenica 19 maggio.

Appena arrivato al carcere di Verona Chico Forti ha inoltrato agli uffici competenti la richiesta per avere un permesso urgente per raggiungere Trento e vedere la madre.

La donna, Maria Lonar Forti, ha 96 anni e non vede il figlio dal 2008.

Montorio è una delle carceri più famose d'Italia, casa di reclusione alle porte di Verona, entrata nei titoli di cronaca soprattutto da quando vi è stato destinato Filippo Turetta, il 22enne padovano reo confesso dell'omicidio di Giulia Cecchettin.

Ma non solo: sempre in una cella di Montorio si trova Benno Neumair, il bolzanino condannato dalla Corte d'Appello all'ergastolo per il duplice omicidio e l'occultamento dei cadaveri dei genitori Laura Perselli e Peter Neumair.

Ieri per Montorio è stata anche la giornata delle tv e della scena nazionale, con la visita di papa Francesco, che si è fermato alcune ore a dialogare e a pranzare con i detenuti.

La casa circondariale si trova a sei chilometri da Verona, tra i quartieri di San Michele Extra e di Montorio. Come tutte le carceri d'Italia soffre il problema del sovraffollamento: il sito del ministero della Giustizia spiega che ha una capienza di 335 posti, ma ospita attualmente 592 detenuti. E come altri istituti penitenziari soffre della piaga peggiore, i suicidi, 5 i casi dal novembre scorso.

È comunque riconosciuto come un istituto ben strutturato, in cui vengono svolte molte attività 'trattamentali' rieducative, finalizzate al reinserimento sociale. È dotato di quattro sale colloqui, 11 aule per attività un laboratorio di falegnameria, due biblioteche, una ludoteca, una palestra, un campo sportivo, un'officina.

È stato aperto nell'aprile 1995, sostituendo la vecchia struttura del Campone, una ex caserma di fanteria dell'epoca austriaca. Ancor prima che avvenisse il trasferimento dal Campone, le celle di circa 13 metri quadri di spazio, compresi i servizi igienici, previste per ospitare una sola persona, erano state portate a 2 posti letto, in seguito 3, e oggi di 4. La sicurezza è garantita da 318 agenti di polizia penitenziaria effettivi, contro i 380 previsti.

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