Frontale tra camion, il grande dolore dei parenti e amici di Renzo e Costel
La tragedia sulla bretella di Affi ha lasciato tutti sgomenti. La nipote di Leita: «Lo zio era meraviglioso». I colleghi di Blanaru: «Una grande lavoratore»
IL FATTO Uno schianto terribile
LE FOTO A fuoco i camion e due auto
TRENTO. «Lo so che quando qualcuno se ne va si dice sempre così, ma per lo zio era la verità: era davvero una persona meravigliosa, credo nessuno abbia mai potuto avere nulla da ridire su di lui».È grande il dolore di Thomas Zandonella, nipote di Renzo Roberto Leita, il sessantacinquenne morto assieme a Costel Blanaru nel terrificante frontale di ieri mattina a Peschiera.
Il camionista lavorava da più di vent'anni nell'azienda di Lavis specializzata nella raccolta e nel recupero di rifiuti speciali e rottami ferrosi ma non era semplicemente un autista: era infatti il cognato del titolare e proprio per questo la sua scomparsa ha colpito doppiamente la famiglia Zandonella.
Renzo Leita era nato in Cile da emigrati trentini, trascorrendo i primi anni di vita a La Serena, prima che con la famiglia facesse ritorno in Italia e in Trentino. Qui aveva studiato, qui aveva vissuto, per tanti anni a Gardolo. Qui si era sposato e aveva cresciuto i figli, Alessandro e Gianluca, prima di risposarsi e trasferirsi con la moglie Ines a Ischia di Pergine.
«Lo zio era un grande uomo, un lavoratore instancabile. Ma soprattutto una persona che con due parole sapeva sempre tirare su il morale a tutti: colleghi, amici, noi parenti. La sua era una presenza importante in ditta, proprio per questa sua capacità di fare gruppo. Oltre che per la sua grande esperienza. Era un autista esperto, prudente. Ancora non sappiamo che cosa possa essere accaduto, ma di certo non è possibile che lo zio abbia commesso un'imprudenza».
Ieri pomeriggio, proprio a Ischia, tutti i familiari si sono radunati nella casa di Renzo Roberto Leita per stringersi a Ines. Oltre ai figli, a fare forza ai cari dell'uomo c'erano tanti amici e poi gli zii, altri nipoti. In tanti, per cercare per quanto possibile di rendere meno terribile questo momento.In attesa di capire quando potrà essere celebrato il funerale: «Ancora non si sa nulla, perché dovremo attendere le disposizioni delle autorità e poi sarà necessario trasferire la salma da Peschiera a Trento», ha spiegato una delle zie del sessantacinquenne, Ana.
Grande il dolore anche in Vallagarina, per Costel Blanaru: «Era un bravo lavoratore, onesto e corretto e una bravissima persona molto attaccato alla famiglia». Così alla Martinelli 2G di Ala ricordano l'autista, romeno di 53 anni, faceva parte di un cooperativa e da tre mesi lavorava con la ditta di trasporti di Ala.
E nella città dei velluti Blanaru, aveva una casa dove riposare al termine delle giornate di lavoro. Poca, pochissima vita sociale perché i sui pensieri erano tutti per il lavoro e per la famiglia che lo aspettava in Romania e che lui raggiungeva circa ogni tre mesi. Li si fermava per qualche settimana, per riposare e per stare con la moglie Simona e i figli.
La famiglie vive a Barcea, piccolo centro di poco più di 6mila abitanti nella zona orientale della Romania, relativamente vicina al confine con la Moldavia. E lì la notizia della morte del 53enne è stata accolta con disperazione: tutti aspettavano di vederlo tornare per il suo solito periodo di vacanze ma invece tornerà solo per il suo ultimo viaggio. Una vita sempre in viaggio quella di Blanaru e sulla strada si era conquistato il rispetto e l'affetto di tanti colleghi con i quali condivideva i viaggi.
Ieri mattina dietro al camion del romeno c'erano dei colleghi che come lui stavano facendo ritorno in Trentino dopo aver consegnato i rispettivi carichi e hanno assistito attoniti e impotenti a quello che stava succedendo davanti ai loro occhi. In tanti ieri hanno riversato sui social il dolore per la morte dei due colleghi.