Campi Flegrei e Vesuvio, in caso di evacuazione, 66 mila sfollati anche in Trentino
La Protezione Civile della Provincia coordina le verifiche dopo le scosse nella zona. E in caso di emergenza nazionale, ecco il Piano d’emergenza: in arrivo in regione la popolazione di Giugliano (120 mila abitanti) e Pollena Trocchia (12 mila)
NAPOLI. La Provincia autonoma di Trento fa sapere in un comunicato che «Prosegue l'impegno del Nucleo tecnico della Protezione civile trentina nell'area dei Campi Flegrei. Dopo la scossa di magnitudo 4.4 dello scorso 20 maggio, tecnici e operatori dei Servizi prevenzione rischi e geologico - coordinati dal direttore dell'Ufficio tecnico ingegneristico Giovanni Maiello - sono al lavoro per le verifiche di agibilità degli edifici, al fianco dei colleghi degli altri territori italiani.
Anche in questo caso - si legge in una nota della Provincia di Trento - il coordinamento delle Regioni in materia di protezione civile è affidato alla Provincia autonoma di Trento».
E nella zona del Napoletano, da tempo, è attivo il Piano di emergenza che scatterebbe in caso di calamità di grandi dimensioni. Include una mappa, la quale indica la zona rossa e la zona gialla, previste dalla pianificazione nazionale di emergenza per il rischio vulcanico per i Campi Flegrei. Le aree sono state individuate nel Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 24 giugno 2016, poi aggiornato nel 2020 e 2022.
La zona rossa è l'area per cui l’evacuazione preventiva è, in caso di “allarme”, l’unica misura di salvaguardia per la popolazione. In caso di eruzione, sarebbe infatti esposta al pericolo di invasione di flussi piroclastici che, per le loro elevate temperature e velocità, rappresentano il fenomeno più pericoloso per le persone. Nell'area vivono circa 500mila abitanti.
La zona gialla è l’area che, in caso di eruzione, sarebbe esposta alla significativa ricaduta di ceneri vulcaniche. Per quest’area potrebbero essere quindi necessari allontanamenti temporanei della popolazione che risiede in edifici resi vulnerabili o difficilmente accessibili dall’accumulo di ceneri. Nell'area vivono oltre 800mila abitanti.
Dove andrebbero questi abitanti, in caso di evacuazione forzata? Il Piano prevede già le destinazioni, in tutta Italia.
Alla dichiarazione di “allarme” – dice il Piano - tutta la popolazione deve abbandonare la zona rossa e può scegliere di farlo in modo autonomo o assistito. Il tempo complessivo stimato per questa operazione è di 72 ore (3 giorni), così articolato:
prime 12 ore per permettere alle persone di prepararsi e per predisporre le necessarie misure di regolazione del traffico;
successive 48 ore per la partenza contemporanea ma cadenzata della popolazione da tutti i Comuni della zona rossa, secondo un cronoprogramma definito nei piani comunali;
ultime 12 ore, come margine di sicurezza per la gestione di eventuali criticità e per consentire l’allontanamento anche degli operatori del sistema di protezione civile.
Per chi sceglie di essere assistito è stato definito uno schema di gemellaggio che prevede il trasferimento della popolazione dei Comuni in zona rossa nelle Regioni e Province autonome italiane. In questo caso, lo spostamento assistito delle persone dalle “Aree di attesa”, definite nel Piano di protezione civile di ogni Comune, alle “Aree di incontro”, individuate fuori dalla zona rossa, avverrà con pullman messi a disposizione dalla Regione Campania. Il loro successivo trasferimento verso i “Punti di prima accoglienza” nelle Regioni e Province autonome gemellate è previsto con modalità diverse (pullman, treni o navi) a seconda delle destinazioni, per limitare il carico sulle infrastrutture di mobilità e i disagi alla popolazione.
Gli sfollati nelle aree di attesa saranno poi trasferiti dalla Protezione Civile della Regione Campania nelle aree di incontro e da qui nelle altre regioni italiane. Ecco dove andranno:
In Trentino Alto Adige, sono destinati gli sfollati di Giugliano e gli sfollati dal Comune di Pollena Trocchia.
Giugliano è un comune di oltre 120mila abitanti, di fatto una dimensione paragonabile a quella dei due capoluoghi delle province autonome. Trento e Bolzano dovrebbero accogliere quindi ciascuno 60 mila persone.
Pollena Trocchia invece è un Comune alle falde del Vesuvio, che conta oltre 12 mila abitanti, che verrebbero ripartiti fra Provincia autonoma di Trento e quella di Bolzano.
Le altre destinazioni:
Abruzzo, dal Comune di Terzigno
Basilicata, da Boscotrecase
Calabria, da Boscoreale
Emilia-Romagna, da Ercolano
Friuli Venezia Giulia, da Palma Campania
Lazio, da Ottaviano
Liguria, da Cercola
Lombardia, da Torre del Greco, Somma Vesuviana
Marche, da Poggiomarino
Molise, Massa di Somma
Piemonte, Portici
Puglia, Torre Annunziata, San Sebastiano al Vesuvio
Sardegna, Pompei
Sicilia, Scafati, Trecase
Toscana, San Giorgio a Cremano
Umbria, San Gennaro Vesuviano
Valle d’Aosta, Nola
Veneto, San Giuseppe Vesuviano, Sant’Anastasia, Enclave di Pomigliano d’Arco