Cronaca

Piogge intense in Trentino: «Mele, uva e piccoli frutti: qualità e quantità a rischio, adesso serve il sole»

Bottura (Fem): «La situazione è critica, se il clima non cambia in fretta e in maniera duratura saremo di fronte a enormi difficoltà». Dopo le precipitazioni straordinarie delle ultime settimane piante più esposte alle malattie e difficoltà a lavorare nei campi, soprattutto in quelli in pendenza

BILANCIO Il Trentino fa i conti con il maltempo
GARDA Lago pienissimo, livello anche troppo alto

TRENTO. Le precipitazioni fuori dal normale, anzi da record, delle ultime settimane non rappresentano solo un fastidio per tutte le persone, che speravano di potersi dedicare almeno nei fine settimana a gite, escursioni, grigliate con gli amici, ma rappresentano soprattutto un grande problema per l'agricoltura.

Anzi, ben più di un problema: «La situazione è critica. Non possiamo dire ora se i danni sono ormai definitivi, ma di sicuro se il clima non cambia in fretta e in maniera duratura saremo di fronte a enormi difficoltà». A parlare è Maurizio Bottura, dirigente del Centro trasferimento tecnologico della Fondazione Mach, e quindi decisamente esperto in materia.

Bottura parliamo da dati e numeri, che sono oggettivi: è caduta davvero tantissima pioggia in queste ultime settimane, mentre l'estate non è ancora arrivata. Per fare degli esempi: la stazione di Caldonazzo ha registrato oltre 900 millimetri di pioggia caduta da inizio anno. Quelle di Trento sud e Vallagarina sono su valori oltre gli 800 millimetri, mentre a San Michele siamo sui 700.

I dati dicono che ne è scesa più a sud che a nord del territorio provinciale, ma anche i numeri più bassi sono comunque altissimi. Quei novecento millimetri sono un record? Per dare un parametro la piovosità media annuale è di circa 1.000 millimetri. Se dopo cinque mesi siamo a 900 è evidente che siamo a livelli altissimi. Anche 700 sono un'enormità.

Altro parametro che spiega bene la situazione: nel 2022, durante tutto l'anno, sono scesi mediamente in Trentino circa 700 millimetri di pioggia. Negli ultimi anni parlavamo spesso di gelate ad aprile e poi di siccità. Infatti per trovare numeri simili e una primavera così bagnata bisogna andare indietro fino al 2013, anno che infatti è ricordato dagli agricoltori come molto problematico soprattutto per alcune malattie delle piante.

Ecco: concretamente quali problemi crea tutta quest'acqua? Prima di tutto c'è la gestione fitosanitaria in tutte le colture. In agricoltura con questo meteo servono più interventi perché arrivano più malattie, ma al tempo stesso si riescono a fare molti meno lavori manuali. C'è anche una criticità per quanto riguarda la praticabilità dei campi, sia a piedi sia soprattutto con le macchine, in particolare nei terreni in pendenza.

E lavorare in sicurezza è prioritario. Non resta che sperare nel sole. In tanto sole. Se ora non piovesse per un mese e mezzo sarebbe una manna: ribadisco, la situazione è veramente critica. Su quali piante in particolare? Tutte: dalla vite al melo, dal ciliegio ai piccoli frutti. E il problema è sulla quantità o sulla qualità? Entrambi.

Sulla quantità perché con più attacchi fitosanitaria si produce meno. E poi, potenzialmente, sulla qualità: le ciliegie, ad esempio, sono già a forte rischio spaccatura. Per quanto riguarda melo e vite la qualità si fa tra luglio e agosto, quindi bisogna sperare che il tempo cambi radicalmente, immediatamente e prolungatamente.

Poi c'è stata anche la gelata del 25 aprile che qualche danno lo ha provocato. Qualche effetto positivo c'è? Gli unici vantaggi sono per le riserve idriche. E per chi produce energia idroelettrica. In agricoltura invece sono settimane di rincorsa continua: quando piove così tanto non sono mai annate facili. Non resta, quindi, che incrociare le dita e sperare che il caldo estivo arrivi molto in fretta. Una volta toccato il fondo si può solo migliorare. Se il meteo dovesse peggiorare ulteriormente, invece, sarebbe davvero dura rialzarsi.

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