In Trentino ci sono oltre 5 mila badanti: molte donne e in gran parte vengono dall’Est
I dati dell’Inps, per il lavoro domestico «in regola»: occupati in calo dopo il lockdown e l’emersione dal lavoro «in nero». Il 23,9% ha un’età pari o superiore ai 60 anni, mentre la classe d'età “55-59 anni” ha un peso pari al 18,1% del totale; solo l’1,5% ha un'età inferiore ai 25 anni
DEMOGRAFIA Gli stranieri in Trentino sono 47 mila
TRENTO. Nel 2023 i lavoratori domestici contribuenti all’INPS sono stati 833.874. Si è registrata quindi una flessione per il secondo anno consecutivo (-7,6% rispetto al 2022) dopo i consistenti incrementi del biennio 2020-2021. La crescita era dovuta a una spontanea regolarizzazione per consentire ai lavoratori domestici di recarsi al lavoro durante il periodo di lockdown e all’entrata in vigore della norma che ha regolamentato l’emersione di rapporti di lavoro irregolari. Lo afferma l’Istituto nazionale di previdenza sociale, che ha pubblicato l’Osservatorio sui lavoratori domestici con i dati del 2023.
Quadro locale
Lo scorso anno in Trentino si contavano 5.345 lavoratori domestici contribuenti, con un trend di costante calo dopo il picco del 2020. Dei 5.345 lavoratori, 5.106 sono femmine e 239 maschi. 3.929 sono stranieri, mentre 1.416 sono italiani. La fascia d'età più rappresentata è 55-59 anni, con 1.052 lavoratori.
Sull'intero territorio regionale si contavano invece 11.394 lavoratori domestici contribuenti, dei quali 10.822 femmine e 572 maschi. 8.278 sono stranieri, mentre gli italiani sono 3.116.
Composizione di genere
Il trend decrescente del numero complessivo dei lavoratori domestici è simile tra maschi e femmine, anche se la composizione per genere evidenzia una netta prevalenza di femmine, il cui peso sul totale ha ripreso ad aumentare già dal 2022 raggiungendo nel 2023 il valore massimo degli ultimi sei anni, pari all’88,6%. Nel 2023 i maschi scendono sotto le 96.000 unità, evidenziando - afferma l'INPS - che il fenomeno della regolarizzazione ha interessato maggiormente i lavoratori di sesso maschile, molti dei quali dopo essere entrati nel mercato del lavoro come lavoratori domestici hanno successivamente trovato occupazione in altri ambiti lavorativi.
Provenienze
La composizione dei lavoratori per nazionalità evidenzia una forte prevalenza di lavoratori stranieri (68,9% del totale), anche se si conferma una tendenza decrescente già iniziata nel 2022. La maggior parte dei lavoratori domestici proviene dall’Europa dell’Est, con 297.373 lavoratori, pari al 35,7% del totale; seguono i 259.689 lavoratori di cittadinanza italiana (31,1%), quelli provenienti dal Sud America (8,1%) e quelli dall’Asia Orientale (5,8%).
Classi d’età
Il 23,9% ha un’età pari o superiore ai 60 anni, mentre la classe d'età “55-59 anni” ha un peso pari al 18,1% del totale; solo l’1,5% ha un'età inferiore ai 25 anni.
Mansioni
Fra le tipologie di lavoro, la quota di “Badanti” (49,6%) ha ormai quasi raggiunto la quota “Colf” (50,4%). La tipologia “Colf” è prevalente tra i lavoratori italiani e quasi tutti i lavoratori stranieri, ad eccezione di quelli provenienti dall’Europa dell’Est, dall’Asia Medio Orientale, dal nord America e dall’America Centrale, in cui prevale la tipologia “Badante”.
Retribuzioni
L’analisi dei dati sulle retribuzioni nel 2023 evidenzia che, contrariamente a quanto accade per altre categorie di lavoro, le lavoratrici domestiche in media hanno una retribuzione più alta rispetto agli uomini.
Distribuzione territoriale
Il Nord-Ovest è l’area geografica con il maggior numero di lavoratori (30,7%), seguita dal Centro con il 27,6%, dal Nord-Est con il 19,9%, dal Sud con il 12,2% e dalle Isole con il 9,6%.
La regione con il maggior numero di lavoratori domestici è la Lombardia con 162.227 lavoratori (19,5%), seguita dal Lazio (14.1%), dalla Toscana (8,8%) e dall’Emilia-Romagna (8,6%). In queste quattro regioni si concentra poco più della metà dei lavoratori domestici (regolari) in Italia.