«Assicurazioni per danni da maltempo, bisogna cambiare mentalità»
Roberto Leveghi della Direzione rischi persona e professioni di Itas Mutua ha parlato di recente davanti alla platea del Sete festival, a Rovereto: in Italia solo il 6% dei privati e il 4% delle aziende ha una copertura
FUGATTI Clima e danni da eventi estremi: in Trentino oltre cento milioni all'anno
TRENTO Frana di San Rocco, partono i lavori di messa in sicurezza
VIDEO Violento temporale sul Garda: la grandinata a Riva
MALTEMPO Paura in Val dei Mocheni: cede una strada a Viarago
TRENTO. «Quelli che fino a qualche anno fa erano rischi remoti sono ora concreti e possono colpire tutti. Per questo serve cambiare mentalità».Della necessità di iniziare a muoversi nei confronti dei pericoli legati alle calamità naturali come si fa da anni per i propri beni per i rischi generici come furti o incendi, Roberto Leveghi (della Direzione rischi persona e professioni di Itas Mutua) ha parlato di recente davanti alla platea del Sete festival, a Rovereto, l'evento che per il secondo anno consecutivo ha parlato proprio di tutti gli annessi e connessi legati al cambiamento climatico.
Non è un caso che al festival Leveghi avesse toccato gli stessi argomenti anche un anno fa, perché la questione è sempre più attuale e tocca tutti.«Ma c'è ancora molto da fare, perché solo il 6% dei privati e il 4% delle aziende, in Italia, oggi ha una copertura di questo tipo.
Certo, sentirlo dire da un assicuratore può sembrare un discorso interessato, invece è semplicemente una fotografia della realtà attuale. Quelli legati al clima sono nuovi pericoli contro i quali è necessario sempre più tutelarsi».Un affare per le società assicurative? Non proprio, perché, dati alla mano, negli ultimi anni, il settore delle assicurazioni, affrontando queste nuove sfide legate all'aumento degli eventi climatici estremi, ha dovuto affrontare un crescendo impressionante di danni da coprire.
Nel 2023, in Trentino, circa 200 milioni di euro, oltre cinque volte più della media del quadriennio precedente.
Fenomeni come inondazioni, incendi e ondate di calore stanno diventando sempre più frequenti e intensi, mettendo a dura prova le capacità delle compagnie assicurative di gestire i rischi e i costi associati.In Italia i numeri sono ancora più impressionanti: nel 2023 - è stato ricordato martedì all'assemblea nazionale di Ania - l'industria assicurativa nel mondo ha pagato quasi 100 miliardi di euro per questo tipo di sinistri.
E in Italia si è registrato il massimo potrebbero tradursi in una perdita assicurativa storico dei danni assicurati: oltre 6 miliardi, di cui 5,5 miliardi causati da eventi atmosferici e 800 milioni dalle alluvioni in Emilia-Romagna e in Toscana.Secondo le stime Ania, in generale per coprire i danni da catastrofi naturali delle aziende italiane le compagnie assicurative devono far fronte in media ogni anno a risarcimenti per 2 miliardi.
E gli eventi emergenziali quali alluvioni e terremoti per il settore assicurativo potrebbero tradursi in una perdita assicurativa di circa 15 miliardi una volta ogni 200 anni. D'altra parte il patrimonio delle imprese soggette al nuovo obbligo assicurativo per i rischi da catastrofi naturali introdotto dalla Legge di Bilancio 2023 è stimata in circa 4.000 miliardi. Di questi 2.500 sono già presenti nel portafoglio delle compagnie di assicurazione, mentre 1.500 miliardi derivano da nuovi rischi. Uno dei grandi problemi che affliggono ancora oggi l'Italia è tuttavia quello della sotto assicurazione.