La tragedia di Margherita Lega: la giovane insegnante viveva a Fiavé con il compagno e due figli piccoli
I ricordi: «Una bellissima famiglia piena di vita e di progetti». La vittima 41enne del tragico incidente con una teleferica in Piemonte era da tempo docente di scuola media in Trentino e aveva partecipato a diversi progetti con i bambini legati al mondo della natura e delle scienze. In precedenza aveva vissuto a Dro e Pranzo
LA TRAGEDIA Margherita Lega precipitata davanti agli occhi dei familiari
TRENTO. «Una famiglia giovane, bella. I genitori, due persone riservate ma piene di vita, di progetti, persone profonde, di grande cultura sempre alla ricerca dei valori veri - dice addolorata per quanto accaduto la responsabile del Creativity Garden di Riva del Garda presso la quale insegna Rocco Meloni, compagno di Margherita Lega.
«É una disgrazia immensa. Siamo distrutte dal dolore. Siamo vicini a Rocco e ai suoi figli».
Ovunque siano stati Margherita e Rocco hanno lasciato un ricordo vivo, positivo, quello di una giovane famiglia con tanta voglia di vivere, di farlo nel modo migliore, soprattutto per quei due bimbi ancora in tenerissima età. Negli ultimi anni la famiglia di Rocco Meloni e Margherita Lega ha vissuto a Dro, poi per alcuni anni a Pranzo, piccola frazione di Tenno, quindi a Fiavé dove si erano trasferiti da un paio d'anni. La ricerca dei piccoli borghi, di una certa serenità, lontani dalla dimensione caotica delle città.
Originaria del Piacentino, Margherita Lega si era trasferita in Trentino già parecchi anni fa dove si era fatta conoscere per il suo impegno sociale, nel gruppo Gas, come educatrice e come insegnante di scuola media. Ieri di quanto accaduto sono subito stati informati anche i genitori della donna, entrambi molto conosciuti nel mondo del volontariato e della lotta per i diritti in Lombardia.
Il papà è Paolo Lega, ex dirigente della Provincia di Piacenza e volontario della sezione locale di Legambiente e in altre realtà attive sul fronte del sociale, così come la mamma, Francesca Molinari, appartenente alle Donne in Nero e ad altre associazioni impegnate nella promozione della pace.
«Hanno lasciato Dro ormai da diversi anni - ricorda il sindaco Claudio Mimiola - vivevano in via Archette, una piccola traversa di via Roma in pieno centro. Bravissima gente, Rocco non è originario della nostra zona ma è cresciuto qui, assieme alla mamma Maria Rosa Rizzonelli a sua volta figlia dello storico medico del paese, il dottor Rizzonelli».
Con Margherita Lega ha collaborato anche l'associazione Andromeda, che in qualità di educatrice l'ha coinvolta in un progetto legato al parco delle Braile di Arco, dove le serre si sono trasformate in aule scolastiche per i ragazzi, coinvolgendoli in un metodo di insegnamento innovativo.
«È stata purtroppo l'unica occasione in cui abbiamo collaborato - dice Ginetta Santoni, presidente di Andromeda - ma è stata molto interessante».
Da Dro anche il pensiero di Dino Sommadossi, fino a pochi anni fa bibliotecario: «Una bella famiglia, Rocco l'ho visto crescere, Margherita ho avuto la fortuna di incontrarla alcune volte in biblioteca, portava lì i suoi bambini».
Poi la scelta di trasferirsi a Pranzo, dove hanno trovato casa al piano terra di una storica dimora nella parte alta del paese. «Sono stati parte integrante della nostra comunità per alcuni anni - diceva ieri sera il sindaco Giuliano Marocchi, scosso dalla tragedia - una famiglia venuta da fuori ma che si era inserita bene nella comunità della piccola frazione. A nome mio e della gente di Tenno un forte abbraccio a Rocco e ai due ragazzi».
«Quando sono arrivati a Pranzo - aggiunge Giancarla Tognoni, assessore in giunta e pranzòta - abbiamo coinvolto Rocco con l'Ecomuseo della Judicaria, in qualità di accompagnatore di mezza montagna. Ma soprattutto lui e la moglie hanno dato la loro disponibilità a fare da modelli per un bellissimo blocco scultoreo in legno, realizzato da Giovanni Guella, dedicato alla Natività. Erano stati molto gentili e disponibili, ricordo che abbiamo inaugurato l'opera il 22 dicembre 2019 ed è ancora nei nostri depositi, la esponiamo durante il periodo natalizio».
Ricordo ben condiviso proprio dallo scultore: «Ho realizzato quell'opera ispirandomi a un loro ritratto - dice Giovanni Guella, maestro scultore della Scuola del legno di Pranzo - una scelta quasi obbligata: ci serviva una coppia giovane, con un bimbo piccolo, e loro appena arrivati in quel di Pranzo, erano gli unici a corrispondere a questa descrizione...».