A volte ritornano, il caso Jonathan Galindo: comparsi a Trento manifesti del personaggio legato alle sfide social suicide
Sono comparse a Mattarello delle stampe, appese su cartelli stradali – come da segnalazione arrivate alla pagina Instagram “Welcome to Trento”, raffiguranti la faccia di Jonathan Galindo, un personaggio equiparabile alla challenge della “Blue Whale”: morirono bambini a Bari e Napoli
TRENTO. Per quanto la grande probabilità è che sia uno scherzo, “un troll”, l’alone di inquietudine che porta con sé guardare la faccia di “Jonathan Galindo” – l’inquietante personaggio dalle fattezze di Pippo, della Disney, tanto più umano, quanto più tetro (una creazione del costumista Samuel Catnipnik – “rubata” poi da internet), è dovuto al bilancio delle vittime di qualche anno fa, quando la sfida iniziò a spopolare via social.
Generalmente le fasce più esposte al pericolo del web ricevevano una richiesta di follow, appunto, dal personaggio in questione, che all’accettare della sfida da parte del malcapitato, inviava un link: all’interno sfide di “coraggio”, fino all’autolesionismo – si parla di assurdità, arrivando al lanciarsi da un tetto (come una 15enne romana, salvata all’ultimo) o l’incidersi parole o lettere sulla pelle con delle lamette.
Il pericolo sembra essere pressoché assente in questo contesto, ma gli “avvistamenti”, successivi alla segnalazione di Welcome to Trento (@welcome_to_trento) sembrano dare vita a una tesi per cui qualcuno si stia divertendo con uno scherzo di cattivo gusto: “Avvistati in macchina a Calavino (Madruzzo)”, ma anche “Un avvistamento nella Valle dei Laghi di persone con questa maschera, alla guida”.
Senza dubbio, l’esistenza di un personaggio simile è fuori testo: si tratta di una leggenda metropolitana. E’ invece concreto il pericolo a cui i minori sono esposti sul web, alcuni pericoli si trasformano in fatti di cronaca tristemente noti.