Tateo e Apss, non c’è accordo: sulle retribuzioni udienze rinviate a fine anno
Il licenziamento del dottore è stato riconosciuto "illegittimo" in sede civile. Il medico chiede una somma che sfiora i 300mila euro, mentre l'Azienda sanitaria ha presentato un conto che è pari alla metà
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TRENTO. Non c'è accordo fra il dottor Saverio Tateo e l'Azienda sanitaria provinciale sull'aspetto economico, ossia sul quantum delle retribuzioni non percepite a seguito della conclusione del rapporto di lavoro a partire dal 19 ottobre 2021. Né è in corso alcuna trattativa, come evidenzia l'avvocato Vincenzo Ferrante, legale del primario di ginecologia. Vero è che sono in corso contatti fra le parti, trattandosi di una fase interlocutoria del procedimento.
Il licenziamento del dottor Tateo - ricordiamo - è stato riconosciuto "illegittimo" in sede civile. Davanti al giudice Giorgio Flaim si sta discutendo dell'importo che spetterebbe al primario - per anni a capo di un reparto considerato d'eccellenza - per il periodo in cui non ha potuto lavorare al Santa Chiara. Nell'udienza di giovedì scorso il giudice Flaim ha invitato le parti a precisare le proprie posizioni in merito all'ammontare delle retribuzioni non percepite e ha aggiornato il confronto a fine anno.
Il primario e l'Azienda sanitaria hanno infatti considerato differenti parametri nel calcolo del quantum: il medico chiede una somma che sfiora i 300mila euro, mentre l'Azienda sanitaria ha presentato un conto che è pari alla metà. Il primo ha calcolato le somme che coprono il periodo di licenziamento (dal 19 ottobre 2021 al primo novembre 2023) e le somme maturate dopo la sentenza del 14 settembre 2023 per un totale di 297mila euro lordi.
Invece l'Apss ha calcolato un'indennità risarcitoria mensile più bassa (si tiene conto anche dell'iscrizione o meno a Laborfonds per l'accantonamento del Tfr), pari a 9.500 euro circa, per un totale lordo di 156mila euro.