Scuola / L’intervista

Il nuovo sovrintendente: “Sarà una bellissima sfida, saprò ascoltare tutti”

Giuseppe Rizza è pronto: “Credo che sia fondamentale sviluppare un uso intelligente del digitale, senza demonizzarlo. Centrale è anche la salute mentale. Secondo l'Ocse gli studenti che soffrono di solitudine sono tra il 16 e il 24 per cento”

di Matteo Lunelli

TRENTO. «Sarà una sfida importante. Vivo questa nomina con umiltà e responsabilità, ma con la voglia di dare un contributo». Il nuovo sovrintendente della scuola trentina, Giuseppe Rizza, è pronto. Manca ancora più di un mese all'inizio dell'avventura, ma dalle sue parole traspare la voglia di iniziare e, soprattutto, di incidere.

Non la chiameremo più professore e dirigente: quindi, sovrintendente Rizza, come mai ha deciso di partecipare al concorso a marzo?

Ho scelto di mettermi in gioco. Ma con molta semplicità: dopo dodici anni come dirigente, in contesti diversi come un artistico a Mantova, un tecnico a Verona e poi Marconi e Buonarroti qui in Trentino, ho voluto provare a percorrere una nuova strada. Mi sono posto una semplice domanda: posso mettere a disposizione la mia esperienza e contribuire a una crescita?

Per chi lavora nella scuola quello del sovrintendente è un ruolo stimolante.

Direi di sì. In questi anni credo di aver imparato molte cose, a partire dalla gestione di una scuola che dovrà essere sempre più un ecosistema per l'apprendimento, nel quale l'aspetto relazionale è fondamentale.

E così ha presentato il curriculum, svolto i colloqui e alla fine è stato scelto dalla giunta.

Ho colto con sorpresa la nomina, davvero. L'ho ritenuta un grande atto di stima e fiducia e non posso che ringraziare la giunta provinciale tutta e in particolare l'assessora all'istruzione Francesca Gerosa.

Nel comunicato ufficiale sul suo incarico si dice che avrà il compito di sviluppare le politiche della giunta. Condivido le strategie dell'amministrazione e sono contento di esserne coinvolto. E in particolare condivido l'approccio che punta sulla qualità.

Negli scorsi anni da più parti è emerso che il ruolo del sovrintende fosse poco chiaro: quali poteri ha?

Personalmente credo si tratti di un ruolo che va interpretato come una sorta di facilitatore, a ogni livello. Nel bando venivano specificati in maniera abbastanza chiara i compiti e ciò che ci si aspetta da questa figura. Dovrò occuparmi di didattica ma anche di consulenza tecnica e supporto normativo. Credo che la direzione sia chiara, poi dal 2 settembre, quando prenderò possesso del ruolo, svilupperemo meglio le strategie per percorrere quella direzione.

Quale può essere una parola chiave per interpretare questo ruolo?

Tante. Ma credo che le relazioni siano importanti per il successo di un'attività come questa. Gli interlocutori saranno molti, a partire dal Dipartimento che resta un presidio culturale, ma poi anche studenti, insegnanti e dirigenti. E sarà importante la collaborazione con università e mondo produttivo.

Un prof che diventa preside dice che gli mancherà il rapporto con gli studenti. E a un preside che diventa sovrintendente mancheranno anche gli insegnanti, gli spazi scuola, i corridoi chiassosi e le aule, le assemblee e, perché no, anche le critiche e le richieste.

Vero, ma l'interlocuzione con gli studenti resterà centrale: non è retorica, ma loro restano la conditio sine qua non del mondo scuola. E poi ovviamente gli insegnanti, perché senza il loro contribuito una scuola non può decollare.

Una sfida da vincere?

Oggi credo ci sia un'emergenza, già segnalata da tutti, che condivido: il benessere. Penso al tema della disconnessione e più in generale al cosiddetto wellbeing. Credo sia fondamentale sviluppare un uso intelligente e sano del digitale, senza demonizzarlo, ma sfruttandolo come leva per la qualità dell'apprendimento. Centrale è anche la salute mentale: secondo l'Ocse gli studenti che soffrono di solitudine sono tra il 16 e il 24 per cento. Tutto questo malgrado siano iperconnessi: è un paradosso che va affrontato.

Il Rizza sovrintendente sarà?

Una figura non divisiva, ma un collante. Che cercherà di essere lungimirante e saprà ascoltare. E che affronterà questa sfida con responsabilità.

comments powered by Disqus