Difficile e penalizzante andare in pensione anticipata: nel 2023 il grande calo di domande
Pratiche in calo, i dati del Trentino, dove la pensione è un po’ più bassa che in Italia, ma non per i dipendenti «pubblici»
TRENTO. Il passaggio da Quota 102 a Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi) nel 2023 e il giro di vite deciso nell'ultima legge di bilancio dal Governo (la “penalizzazione” prima limitata agli anni mancanti per la vecchiaia, ora è invece “per tutta la vita”) fanno calare anche in Trentino Alto Adige le pensioni anticipate. Stessa fine anche per "Opzione donna", a cui hanno potuto accedere solo 2mila lavoratrici in tutta ItaliaI dati dell'Inps.
Come emerge dal monitoraggio dei flussi di pensionamento dell'Osservatorio Inps, nei primi sei mesi del 2024 l'Istituto nazionale della previdenza ha erogato in regione 3.091 pensioni anticipate, contro le 3.606 relative allo stesso periodo dell'anno precedente. Il calo è dunque del 15 per cento.
La media dell'assegno mensile è di 1.993,46 euro, contro i circa 1.860 euro che percepiscono coloro che hanno scelto di interrompere la loro carriera lavorativa l'anno scorso.A livello nazionale le pensioni anticipate dei primi sei mesi del 2024 sono state 99.707, in contrazione del 14,1 per cento rispetto alle 116.143 del periodo gennaio-giugno 2023.
Da rilevare come l'importo delle pensioni anticipate a livello nazionale sia comunque più alto di quelle erogate in Trentino: 2.054 euro, il 14,15% in meno rispetto alle 116.143 dello stesso periodo dello scorso anno.Ricordiamo che la pensione anticipata è lo strumento per il quale un lavoratore può conseguire una "trattamento" prima del compimento dell'età anagrafica prevista dalla legge per il pensionamento, purché egli sia in possesso di specifici requisiti contributivi.
L'importo degli assegni. In termini assoluti, la maggior parte dei lavoratori che hanno scelto questa strada sono quelli iscritti al fondo generale Fplpd (fondo pensioni lavoratori dipendenti): si tratta di 1.218 che alla decorrenza della pensione hanno ricevuto un assegno medio di 2.232,83 euro.
Da notare che i pensionati del "settore privato" in Trentino incassano mediamente più dei loro colleghi delle altre regioni italiane, a cui va un assegno medio di 2.200,276 euro.
Tra i trentini, i più ricchi sono però i 792 neopensionati della gestione "dipendenti pubblici" che ricevono una mensilità media di 2.443,46 euro, per altro più bassa della media nazionale (2.551,17, spinta in alto dagli ex ministeriali romani).
Più bassa, invece, la "rendita" in capo agli autonomi (compresi i subordinati): i 1.081 lavoratori che nei primi sei mesi hanno scelto per la pensione anticipata si portano a casa in media 1.394,06 euro (1.410,97 euro nel resto d'Italia).I neopensionati trentini.
Dall'Osservatorio dell'Inps si ricava che nel primo semestre 2024 hanno ricevuto il primo assegno pensionistico 6.649 trentini e altoatesini, con un assegno medio (tolti i 400 assegni sociali) di 1.436,16 euro. Erano stati quasi 8mila i neopensionati nello stesso periodo dell'anno precedente, segno che le strette alle "maglie" stanno dando i loro effetti.