Liste d'attesa infinite, l'idea di Tonina: medici al lavoro anche di sabato e di domenica
L’assessore trentino è sicuro, vale per gli ospedalieri ma anche per i medici di base: «li convinceremo entro fine anno». L'intenzione è di offrire più soldi
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TRENTO. «Accorciare le liste d'attesa è la nostra priorità e penso che siamo nelle condizioni di poterci distinguere a livello nazionale, grazie alla collaborazione dei medici disposti a lavorare anche il sabato e la domenica. Entro l'anno contiamo di trovare la disponibilità di tutti». L'assessore alla salute, Mario Tonina, sta insistendo con l'Azienda sanitaria perché crei le condizioni per accelerare questo percorso, che coinvolge primari e medici ospedalieri, ma anche i medici di medicina generale. Da parte sua la Provincia mette a disposizione le risorse per gli incentivi. E l'assestamento di bilancio, approvato dal consiglio provinciale venerdì notte, va in questa direzione.
Assessore Tonina, in assestamento ha accolto un emendamento di Francesco Valduga con cui stanziate 700.000 euro per il recupero straordinario delle liste d'attesa, anche compartecipando agli oneri a carico dei cittadini che ricorrono a prestazioni svolte intramoenia. Questa misura come si inserisce in quello che state facendo?
Noi puntiamo a garantire qualcosa di più alla nostra comunità rispetto a quanto previsto dal decreto nazionale sulle liste d'attesa. E anche questo emendamento va in quella direzione, per accorciare i tempi in primis nel pubblico e poi anche con il privato accreditato. Innanzitutto, ritengo si debba lavorare sull'appropriatezza delle prescrizioni e per questo stiamo ragionando con i medici di medicina generale ai quali chiediamo più attenzione, che non sempre c'è, come abbiamo appurato con i controlli.
Siete disposti a pagare di più i medici che fanno straordinari o che lavorano il sabato e la domenica per smaltire le liste d'attesa?
Fino a poco tempo fa c'erano dei reparti in cui il personale non si rendeva disponibile. Per questo ho sollecitato l'Azienda sanitaria - mettendo anche le risorse - a risolvere questo problema, se vogliamo metterci alla pari sui tempi, con la garanzia del servizio anche il sabato e la domenica. Mi pare che rispetto a qualche mese fa, qualche risposta positiva in più ci dovrebbe essere. Vedremo con i dati alla mano. Io ho chiesto di confrontarmi con i primari per avere una disponibilità, non può essere che qualcuno lavora il sabato e la domenica e altri no. Noi mettiamo le risorse ma dobbiamo poterci distinguere perché in Trentino non abbiamo quella carenza di personale grave di altre regioni. Serve uno sforzo ulteriore per portarci alla pari. Possiamo farcela entro l'anno.
Pensate di mettere un tetto alle visite private dei medici ospedalieri?
Non ci abbiamo ancora ragionato.
Nell’assestamento di bilancio avete previsto anche consistenti risorse per le Rsa. Come le ha trovate?
Abbiamo previsto risorse per le strutture perché fino a due anni fa l’emergenza era il Covid e le risorse andavano lì. Ora, mi sono reso conto che alcune strutture andrebbero completamente rifatte, altre si possono ristrutturare. Quindi abbiamo iniziato con i primi stanziamenti, anche per le apparecchiature. Poi ci sono 3 milioni per adeguare gli stipendi di infermieri e Oss a quelli dei dipendenti dell’Azienda sanitaria per evitare le fughe dalle Rsa.
Cosa sono i 2,5 milioni per l’«attrattività del personale sanitario»?
È un bonus in più per i nuovi assunti, medici, infermieri e Oss, per i prossimi due anni, per essere più attrattivi rispetto ad altri territori. Poi ci sono i fondi per la manutenzione degli ospedali esistenti compreso il Santa Chiara. Naturalmente, finché non verrà realizzato il nuovo polo ospedaliero universitario del Trentino dobbiamo garantire la funzionalità dell’ospedale Santa Chiara e soprattutto la sicurezza. Il nuovo ospedale serviva 15 anni fa e ora che abbiamo la facoltà di medicina ancora di più. Nel bilancio di sono 400 milioni, speriamo che i lavori possano partire quanto prima.
Quali priorità si è dato, insieme alle liste d’attesa?
In una situazione che è caratterizzata da invecchiamento della popolazione e dal calo delle nascite va garantita più prevenzione e servizi territoriali con le case di comunità. E la prevenzione va fatta in modo trasversale, cominciando dalle scuole.