Mai così pochi bambini, in Trentino crolla la natalità e le mamme sono sempre più «anziane»
I dati, relativi al 2023, contenuti nel report del Servizio Epidemiologia Clinica e Valutativa dell'Azienda sanitaria: tante trentine vanno fuori provincia, il 21,7% è nato con parto cesareo
TRENTO. Il tasso di natalità in Trentino non è mai stato così basso negli ultimi vent'anni. Nel 2023 in Provincia è stato del 7 per mille, e il tasso di fecondità totale di 1,28 figli per donna. Il dato, analizzato insieme a tutti quelli relativi all'assistenza in gravidanza, al parto e al neonato è contenuto nell'ultimo rapporto annuale sulla natalità pubblicato nei giorni scorsi a cura dal Servizio Epidemiologia Clinica e Valutativa dell'Azienda sanitaria.
Età delle mamme. Tra le donne partorienti nei punti nascita provinciali l'età media al parto è di 32,2 anni, stabile rispetto allo scorso anno ma in aumento nel tempo (32,2 nel 2022, 32,1 nel 2021, 31,9 nel 2020 e 32,1 anni nel 2019): 32,7 anni per le italiane e 30,7 per le straniere. Anche l'età media al primo figlio (complessivamente pari a 30,8 anni) differisce significativamente in base alla cittadinanza della mamma: è di 31,4 anni per le italiane rispetto ai 28,3 anni per le straniere.
Nell'ultimo decennio l'età media al parto delle donne con cittadinanza italiana è passata dai 32 ai 32,7 anni, mentre lo scarto per le donne con cittadinanza straniera è molto più marcato: dai 28,2 ai 30,7 anni. La differenza di età al momento del parto tra italiane e straniere tende quindi a ridursi. Decisamente alta anche l'età media dei papà: è pari a 35,8 anni.Cittadinanza e stato civile delle mamme.
Nel 2023 i bimbi nati da mamme straniere (extra Europa) sono stati il 22,3%, in calo rispetto alle annate dal 2012 al 2020) ma in aumento rispetto agli anni post-Covid.
Tra le madri con cittadinanza straniera, l'area geografica di provenienza più rappresentativa resta quella dell'Europa dell'Est, seguita dall'Africa (25,1%), dall'Asia (18,5%) e dal Sud-America (5,9%). I dati del 2023 indicano invece che i padri sono principalmente italiani (79,5%), con un 11,1% di cittadini extra-europei ed un 9,0% extra Unione Europea.
Sono sempre di più le mamme nubili, passate dal 7,6% a fine degli anni '90 al 46,5% del 2023 (meno le straniere mentre le italiane hanno raggiunto il 54,1%). Procreazione medicalmente assistita.
Aumenta l'età in cui le donne decidono di avere figli e questo - dal punto di vista sanitario - non è una bella notizia. C'è infatti una rilevante percentuale di donne che ha poi difficoltà a concepire. Secondo gli ultimi dati, 4,7 partorienti su 100 arrivano in sala parto dopo aver fatto ricorso alla Procreazione medicalmente assistita.
Che l'età incida parecchio lo dimostra anche un altro dato, ossia che il 57,8% dei parti da donne d'età maggiore ai 44 anni proviene da una tecnica di PMA. Controlli in gravidanza. Il 5,3% delle donne effettua almeno un'indagine prenatale invasiva (amniocentesi, villocentesi, funicolocentesi) per diagnosticare un'eventuale anomalia congenita. Il dato è in calo negli anni ma non perché le donne siano meno attente a questo aspetto. Ciò - secondo gli esperti - è invece da mettere in relazione all'offerta di test di screening non invasivi: il test combinato è stato effettuato dall'82,8% delle madri (80,7% nel 2022, 84,6% nel 2021, 78,6% nel 2020 e 74,6% nel 2019), il prelievo del Dna fetale dal 9,3% (6,1% nel 2022, 6,5% nel 2021, 4,2% nel 2020 e 4,0% nel 2019).
Tra le donne con 35 anni o più, l'8,2% esegue almeno un'indagine prenatale invasiva, rispetto al 3,9% delle madri con meno di 35 anni.
La differenza per età si riscontra anche nell'esecuzione del test combinato (discrepanza meno accentuata) e nel prelievo del Dna fetale: l'86,9% e il 15,2% delle donne di 35 anni e oltre esegue rispettivamente il test combinato ed il prelievo di Dna fetale, a fronte di un 85,8% ed un 6,9% tra le più giovani.
Mortalità e salute del neonato. Purtroppo anche al momento della nascita o nei giorni successivi non sempre le cose vanno bene. Fortunatamente ciò accade raramente. I nati morti sono stati 6 (tutti da donne residenti in provincia di Trento) per un tasso di natimortalità pari all'1,6?. Dieci nati vivi sono deceduti dopo il parto, prima della dimissione dal punto nascita. I nati vivi si presentano nel complesso in buone condizioni di salute, nonostante la percentuale di neonati ricoverati alla nascita rimanga elevata: 14,8% nel 2023, 15,3% sia nel 2022 che nel 2021, 13,3%.
Dei nati vivi, il 4,3% viene sottoposto a procedure di rianimazione (di cui lo 0,5% con intubazione). Anche le mamme, prima o durante la gravidanza, possono avere delle problematiche tali da richiedere un'attenzione maggiore.
Dai dati CedAP, emerge che per 1.786 madri (48,9% delle gestanti) sono stati registrati 1 o più eventi patologici nel corso della gravidanza. Diabete, ipertensione, patologia tiroidea e ematologica, obesità i problemi più frequenti.
Nati fuori provincia. Vuoi per vicinanza, vuoi per altri motivi nel 2023 224 bambini di donne residenti in Trentino sono nati in ospedali fuori provincia (-7,4% rispetto al 2022).
Le proporzioni più elevati di nati vivi in strutture extra-provinciali si registrano in val di Fassa (16%), Giudicarie (10,6%) e valle di Fiemme (7,8%). Le residenti nel Primiero hanno come riferimento, per prossimità geografica, l'ospedale di Feltre a cui, nel 2023, si sono rivolte nel 71,2% dei casi.
Nel 2023 sono nati in Provincia di Bolzano 64 bambini da mamme trentine (61 nel 2022 e 2021; nel 2020 si erano registrati 52 nati, mentre nel 2019 101 nati).Il tipo di parto.
Analizzando il numero complessivo di nati (3.712) il 72,6% dei bambini è venuto al mondo con parto spontaneo, mentre il 21,7% è nato con parto cesareo.
Analizzando invece il numero complessivo di parti (3.650), il ricorso al taglio cesareo avviene nel 20,7% dei casi (meglio di noi solo la Toscana).