Allarme di Viliotti (Consulta): la sanità trentina continua ad andare verso il privato
La presidente dell'organismo critica, commentando i dati sull'attività libero professionale intramuraria: «I finanziamenti alle cliniche, l'intramoenia e l'utilizzo crescente dei medici gettonisti sono tutti aspetti riconducibili a investimenti nel privato a discapito del pubblico»
GETTONISTI Il Trentino ha sborsato 12,4 milioni in cinque anni
SERVIZI Guardie mediche, la riforma non convince la Consulta
TRENTINO Ancora 29 sedi con medici vacanti
APSS Sempre più medici e infermieri scelgono di andarsene
L'ANALISI Stanchi e preoccupati, la fuga dei medici dagli ospedali
TRENTO. «I dati sull'attività libero professionale intramuraria disegnano un quadro poco confortante». La Consulta provinciale per la salute, per voce della presidente Elisa Viliotti, lancia - o meglio continua a lanciare - l'allarme: la sanità, compresa quella trentina, continua ad andare verso il privato.
E anche la relazione sulle visite intramoenia lo dimostrano. Perché, concettualmente, i finanziamenti alle cliniche private, l'attività intramoenia e l'utilizzo crescente dei medici gettonisti - pur con gli ovvi distinguo - sono in realtà tutti riconducibili a investimenti nella sanità privata a discapito di quella pubblica.
Viliotti analizza i dati e la situazione: «L'esigenza di ovviare alla carenza di organico dell'Azienda sanitaria unitamente a quella di ridurre le liste di attesa, in vista dell'obiettivo ultimo di garantire l'erogazione delle prestazioni istituzionali, ha portato negli ultimi anni, ad un considerevole aumento del finanziamento privato (+40%) e a un notevole incremento del costo per prestazioni specialistiche ed ospedaliere erogate da soggetti privati, con una spesa complessiva, considerando anche il finanziamento ai gettonisti, che è passata da 38,1 milioni nel 2021 a 101,6 milioni di euro nel 2022».
Tornando alla questione delle visite intramoenia, la presidente spiega che «la possibilità di acquistare prestazioni aggiuntive in regime libero-professionale dai propri dirigenti sanitari oltre l'orario di servizio, ha fatto registrare in Trentino guadagni per 2,658 milioni di euro nel 2022: l'aumento in un anno è a doppia cifra, ovvero del 12,5% ed è decisamente superiore rispetto alla media nazionale che si ferma all'8,5%. Inoltre il costo medio pro-capite passato da 21,8 a 24,4 euro, e anche in questo caso la crescita è in doppia cifra (+12%).
Si tratta di un dato significativo, soprattutto se confrontato con la vicina provincia di Bolzano dove il costo pro-capite è quattro volte più basso: 6,5 euro».
Viliotti sottolinea come la proposta recentemente approvata in Consiglio provinciale sull'intramoenia agevolata rappresenti un valido sostegno ai cittadini, così come considera utile la detassazione degli straordinari dei medici proposta dal Governo, ma «il rischio è che la tendenza alla privatizzazione della sanità rappresenti un trend in consolidamento, compromettendo i principi fondanti del Servizio sanitario nazionale: globalità delle prestazioni, universalità dei destinatari, eguaglianza dei trattamenti, rispetto della libertà e della dignità della persona».
Ancora: «Anche il monitoraggio nazionale delle liste di attesa dell'area sanitaria evidenzia in Trentino tempi più lunghi della media nazionale o di altre regioni rispetto ad alcune specialità. C'è la necessità di rinforzare le prestazioni sociosanitarie a valenza sanitaria, nella quale si registra un indicatore molto critico sui tempi di attesa nonché un significativo peggioramento di quello relativo all'assistenza domiciliare».
Infine l'appello: «Crediamo serva collocare la cura della salute al centro delle politiche provinciali, iniziando proprio da un investimento pubblico per rendere la sanità pubblica maggiormente competitiva rispetto al privato».