Vitalizi, Cgil contro la Lega: “Inaccettabile tornare ai privilegi del passato”
Il segretario generale Andrea Grosselli: “Mentre a Roma si discute di una stretta previdenziale, la Lega ripropone vitalizi maturati con soli 5 anni di contributi”
VITALIZI Tornano i vitalizi per i consiglieri
CONTI Dai vitalizi 1,7 milioni di euro per il Fondo famiglia
TRENTO. Dura presa di posizione della Cgil contro il tentativo di introdurre un’«indennità differita». Di fatto si tratta di una rendita vitalizia bella e buona, la cui gestione tornerà nelle mani del consiglio regionale, riportando l'orologio indietro al 2014, quando sull'onda dello scandalo dei vitalizi attualizzati, la giunta d'allora, guidata da Ugo Rossi e Arno Kompatscher, decise di eliminare i vitalizi per i consiglieri in carica e per i futuri eletti, rimpiazzandoli con il contributo per la pensione complementare gestita da un fondo pensioni scelto dal consigliere.
“La Lega – si legge in un comunicato del sindacato – ci riprova. A distanza di due anni da quando in piena estate la maggioranza regionale di centrodestra aveva tentato di garantire ai politici regionali adeguamenti automatici delle indennità in barba a migliaia di lavoratori e pensionati colpiti dall'inflazione e dall'erosione del potere d'acquisto, oggi gli esponenti del Carroccio provano addirittura a reintrodurre, sotto mentite spoglie, i vitalizi. Un privilegio inaccettabile che testimonia ancora una volta la distanza della Lega dalla vita reale e dalla gente che a parole dice di voler rappresentare”.
“Mentre a Roma il Governo Meloni-Salvini sembra intenzionato a irrigidire ulteriormente il sistema pensionistico, visto che si vocifera di un innalzamento da 20 a 25 anni dei contributi minimi per poter accedere alla pensione di vecchiaia, grazie ad una proposta di legge di un consigliere del Carroccio i politici locali potrebbero garantirsi un vitalizio con soli 5 anni, anche non continuativi, di presenza in consiglio regionale”.
” In pratica ad una lavoratrice, magari precaria, magari con buchi contributivi legati alla nascita dei figli, per andare in pensione serviranno 4 o 5 volte in più di anni di contributi rispetto ad un consigliere regionale, che già oggi gode di trattamenti figurativi per l’accredito di contributi oltre a ricchi versamenti specifici per la previdenza complementare”.
”Intanto di quota 41 per i comuni mortali da dopo le elezioni non si parla più, di flessibilità in uscita per donne e soggetti deboli nemmeno, le garanzie del pieno recupero dell'inflazione per le pensioni sono diventate miraggi, ma a Trento la Lega tenta di rispolverare un privilegio per pochi, i politici, gli stessi che a Roma non sono in grado di gestire la previdenza di lavoratrici e lavoratori lanciando allarmi sulla tenuta demografica del sistema pensionistico. Ma questo per lor signori non vale”.
”Chiediamo quindi che la Giunta Regionale e la sua maggioranza disconoscano questa proposta di legge e che piuttosto si garantisca la piena attuazione della cancellazione dei vitalizi voluta dal centrosinistra con il recupero di tutte le risorse non debitamente percepite dagli ex consiglieri”.