Una ragazza è entrata nel tribunale di Trento con uno storditore Taser: bloccata e denunciata
La giovane è finita nei guai con la legge per porto abusivo d'arma: oltre al dissuasore elettrico aveva nello zaino una tenaglia e un coltellino modificato
TRENTO. Entrata in tribunale per chiedere informazioni su un fascicolo, è stata bloccata dagli addetti alla sicurezza: nello zaino, accanto a documenti e qualche effetto personale, teneva pure oggetti classificabili come "atti ad offendere" e "armi improprie".Nei guai è finita una ragazza trentenne, che ieri mattina ha varcato la soglia di Palazzo di giustizia senza rendersi conto - evidentemente - del luogo in cui si trovava: sottoposta al controllo con il metal detector, si è sorpresa quando gli addetti alla sicurezza le hanno contestato il porto di tre oggetti contenuti nello zainetto. Si tratta di uno "storditore", di una grossa tenaglia e di un coltellino modificato con lama da rasoio.
La giovane, in merito al dispositivo elettrico, ha ribattuto di averlo acquistato on line, dunque di essere in regola. Sono intervenuti gli agenti della volante, che la hanno accompagnata in questura per completare gli accertamenti. È scattata la denuncia per porto abusivo d'arma. Posto che non si può andare a spasso né con un coltello, né con una tenaglia se non per motivi di lavoro, sullo "storditore" si è concentrata l'attenzione dei poliziotti.
Il dispositivo è in vendita come "dissuasore elettrico" alimentato a batterie ed è in grado di emettere scariche ad altissimo voltaggio che indeboliscono la persona. Agisce solo "per contatto", a differenza del taser (in dotazione alle forze dell'ordine) che può colpire da lontano proprio come una pistola, con la differenza che invece delle pallottole scarica piccoli dardi elettrici contro la vittima. Lo storditore che la ragazza aveva nello zaino non è considerato una vera e propria arma; si può acquistare liberamente, ma non portare in giro.
«Per la legge italiana non si può avere nulla con sé, né coltellini, né storditori» spiega Carmen Pavanelli, titolare assieme a Dario Segantini della storica "Armeria del Centro" in piazza Lodron. Pavanelli ha un'esperienza ultra trentennale nel settore, dopo aver preso le redini del negozio che una sessantina di anni fa venne aperto dai suoi genitori. C'è da fare subito un distinguo: ci sono le armi vere e proprie, per le quali servono licenze ed autorizzazioni, poi c'è il vasto ambito di ciò che - portato fuori dal domicilio senza motivo - può essere considerato "oggetto atto ad offendere".
«I dissuasori elettrici o storditori sono in libera vendita ma è difficile trovarli nei negozi. Ad esempio noi non li teniamo, ma attraverso internet si acquistano facilmente. Come detto, la vendita è libera, dunque si possono prendere e tenere a casa. Ma a casa devono anche rimanere: la legge autorizza all'acquisto, ma non al trasporto e al porto» prosegue Carmen Pavanelli.
Anche i coltelli devono rimanere a casa: la legge prevede che vengano portati solo per giustificato motivo, cioè per essere usati per la loro destinazione principale, ad esempio se si va nei boschi per funghi o per caccia. È però legale tenere in borsetta lo spray al peperoncino antiaggressione.
«È previsto l'uso come strumento per l'autodifesa e si può acquistare dai 16 anni in poi. Abbiamo molta richiesta, soprattutto nel periodo invernale quando fa buio presto. Direi che vendiamo una media di una bomboletta e mezza al giorno, oltre 500 all'anno - racconta la titolare dell'Armeria del Centro - Naturalmente ci sono limiti di legge che stabiliscono la percentuale del principio attivo. I nostri articoli sono autorizzati, mentre se si acquistano on line il rischio è che si tratti di merce illegale perché con potenza superiore. Tra l'altro lo spray al peperoncino è l'unico prodotto che, da quando lavoro, è calato di prezzo negli anni: 15 anni fa costava una trentina di euro, oggi 15 euro circa a confezione».