Giovani fragili, cresce il disagio: nel post Covid triplicati gli accessi al Centro di salute mentale
La dottoressa Wilma Di Napoli, responsabile del Centro di salute mentale di Trento e referente scientifica del progetto Invito alla Vita dell’Ama: “Nel mondo virtuale e sui social si cercano continue conferme sull'esteriorità, e questo porta a frustrazione e solitudine. Si stacca la vita dal suo senso: vita e morte appaiono uguali”
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TRENTO. Generazione Z rientra tra quelle a maggior rischio di sviluppare istinti suicidi. La fragilità dei giovani deriva, oltre che dall’età, da fattori quali la «forte perdita del senso della vita» e la «difficoltà nel saper decifrare le proprie emozioni», spiega la dottoressa Wilma Di Napoli, responsabile del Centro di salute mentale di Trento e referente scientifica del progetto Invito alla Vita dell’Ama. E sempre più diciottenni si rivolgono al Csm.
«Nel post pandemia gli accessi sono almeno triplicati nella fascia età 18-25. Si rendono conto del malessere ma non riescono a decifrarlo in termini di consapevolezza. Nel mondo virtuale e sui social si cercano continue conferme sull'esteriorità, e questo porta a frustrazione e solitudine. Si stacca la vita dal suo senso: vita e morte appaiono uguali», conclude la dottoressa.
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