Grandi opere / Il punto

Cantiere del bypass a Trento: a sud si avanza con ritardo di un anno, a nord lavori sospesi

Il sopralluogo del comitato tecnico scientifico ha confermato il quadro dell'avanzamento della circonvallazione ferroviaria. Nell'area di Mattarello, entro novembre sarà realizzata la rettifica di via Nazionale, l’inizio del lavoro delle frese a giugno. In via Brennero entro l’anno potrebbero partire solo le lavorazioni preparatorie, mentre restano gli interrogativi sulla fase successiva: un cantiere infinito o c’è speranza di tempi certi?

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TRENTO. Entro novembre sarà realizzata la rettifica di via Nazionale, mentre è confermato l’inizio del lavoro delle frese a giugno. Questo a sud, perché a nord si comincerà, bene che vada, per inizio anno.

Questo è emerso venerdì mattina, nell’ambito del sopralluogo al cantiere del bypass ferroviario fatto dal comitato tecnico scientifico. Un’occasione per farsi un’idea delle lavorazioni in corso, anche se le relazioni, nel dettaglio, sono state aggiornate alla riunione di ottobre, quando i membri del comitato saranno seduti attorno ad un tavolo, con la possibilità di vedere qualche documento, invece che in piedi, in cantiere.

Le uniche notizie uscite dall’incontro, pur utile per capire come sta procedendo uno dei cantieri, sono di fatto delle conferme. Ormai mesi fa Rfi e il consorzio Tridentum, nel chiarire il cronoprogramma per quanto riguarda il fronte sud del cantiere, avevano spiegato che si era indietro più o meno di un anno, e che dall’affidamento lavori (arrivato solo nella primavera scorsa per una parte del lotto A) sarebbero serviti 300 giorni per vedere le frese all’opera. Siamo in linea con questo ritardo originario.

Nel cantiere sud, sul lato ovest, si stanno facendo i lavori preparatori alla realizzazione della rettifica di via Nazionale. Una modifica viabilistica che ora si calcola sia pronta per fine ottobre, massimo inizio novembre. Sempre sul lato ovest rispetto alla statale, è in fase di allestimento la cantierizzazione dell’area che servirà alla laminazione: delle vasche cioè di decantazione, necessarie per recuperare e mandare a smaltimento i fanghi prodotti dal lavoro delle frese. Quanto a quelle, è confermato l’avvio dello scavo la prossima estate.

Come detto, il ritardo annunciato è confermato, ma al momento non ampliato. «Il comitato tecnico scientifico oggi ha anche avuto modo di vedere l’attività di realizzazione del diaframma - ha ricostruito il presidente del Comitato tecnico scientifico Massimo Negriolli - abbiamo potuto visionare il montaggio e la calata delle murature. È stato molto interessante».

Quanto al cantiere a nord, è ancora tutto fermo. Allo scalo Filzi nulla si muove da mesi. L’ultimo aggiornamento diceva che si era in attesa delle ultime analisi sul terreno. Tant’è, il nocciolo della questione non cambia: è tutto fermo, per lo meno allo scalo Filzi. Quando si prevede di partire? L’ipotesi ad oggi data per certa dai tecnici è un po’ vaga: entro l’anno si dovrebbe iniziare a fare le lavorazioni che in questo momento si stanno realizzando al cantiere sud. Che poi si tratta delle opere preparatorie previste dal progetto esecutivo parte A.

Quanto al resto, cioè il progetto esecutivo parte B, è stato presentato ed è tuttora in fase di valutazione da parte di Rfi. Su quello c’è particolare attesa sia per la tempistica - fuori dai tempi del Pnrr, si vuol capire se si va verso un cantiere infinito o c’è speranza di vederlo concluso in tempi certi - sia per la modalità di gestione dei numerosi problemi rimasti aperti, su tutti l’attraversamento dei terreni inquinati: il Sin ma anche, ormai è evidente, la fascia di terra a sud, intrisa del catrame dell’ex Carbochimica.

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