Serve una legge per frenare gli alloggi turistici. Tutti d'accordo, ma non si muove niente
Lunga serie di audizioni in Seconda Commissione: dagli albergatori ai sindacati, tutti concordi sulla necessità di nuove regole. Ma per la giunta non è urgente
SINDACI Fare qualcosa al più presto
FAILONI "Non abbiamo i dati"
EURISPES Come frenare il troppo turismo
TRENTO. Lunga mattina di audizioni l’altroieri in seconda commissione del consiglio provinciale sulle proposte di legge relativi agli affitti turistici, con diversi soggetti e associazioni che hanno posto l'attenzione sulle regole.
La commissione, presieduta da Antonella Brunet (albergatrice, Lista Fugatti) ha cominicato l'esame sui disegni di legge 27 di Filippo Degasperi (Onda) e il 39 di Paolo Zanella (Pd) e sottoscritto, oltre che dai componenti del suo gruppo, Paola Demagri (Casa Autonomia) e Lucia Coppola (Avs).
Due disegni di legge che riguardano gli alloggi turistici e gli affitti brevi. Da parte del coordinamento delle Apt è arrivato il sì alla necessità di una regolamentazione degli affitti brevi, ma secondo le Apt la direzione dei due disegni di legge non è quella giusta. Anche il mondo contadino condivide la necessità di porre delle regole, ma a loro avviso non vanno demonizzati gli alloggi turistici perché servono anche a fare rimanere la gente nei centri di montagna.
Poi è toccato al coordinamento imprenditori, in particolare gli albergatori di Asat e Unat, hanno richiamato l'attenzione sulla necessità di mettere ordine in un mercato, come quello degli affitti brevi, in gran parte sommerso e che quindi finisce per fare concorrenza sleale alle aziende del settore.
Le rappresentanti di Fidacartieres de Fascia hanno invece sottolineato il problema delle residenze fittizie e posto l'accento sull'accoglienza di qualità. Il Coordinamento tutela ambiente Alto Garda e Ledro ha parlato degli effetti dell'overtourism sul territorio gardesano e dichiarato che una revisione delle norme è inderogabile.
Anche per Cgil, Uil e Sunia c'è la necessità di intervenire urgentemente e i disegni di legge sollevano temi importanti.
Paride Gianmoena, presidente del Cal, il Consiglio delle autonomie locali, ha infine indicato la necessità di una riforma che sia però strutturale, fatta a partire dai dati, entro la primavera del prossimo anno.
Comunque, al di là di qualche sfumatura, tutti hanno convenuto sulla necessità di regolamentare gli affitti turistici. Per questo era soddisfatto al termine del ciclo di audizioni Paolo Zanella: «Ora tocca alla Giunta prenderne atto e non scappare di fronte all'urgenza di normare un problema così rilevante, prendendo tempo con la scusa di dover approfondire una miriade di questioni. Sono anni che diciamo che l'erosione del mercato delle locazioni ordinarie da parte di quello degli affitti turistici brevi sta mettendo in difficoltà famiglie e lavoratori, rendendo impossibile trovare case in affitto e facendo esplodere i canoni di locazione. Serve accelerare - conclude Zanella - per dare risposte all'emergenza abitativa in atto».
Anche i sindacati si sono fatti sentire, attaccando l'assessore provinciale al turismo, Roberto Failoni. Sostengono Manuela Faggioni, segretaria del Sunia Cgil e Walter Alotti, segretario provinciale della Uil: «La proposta di Failoni di procrastinare di almeno un anno il tema, per studiare un fenomeno che è più che noto a tutti, è l'ennesima dimostrazione di quanto l'esecutivo sia lontano dalla realtà e ragioni solo per gruppi d'interesse. Non possiamo non continuare a constatare che il turismo e le attività connesse al turismo, sono sempre trattate in termini di assoluta priorità nel supporto e nella liberalizzazione delle attività piuttosto che in un'ottica di gestione e definizione di limiti indispensabili per la tenuta sociale e ambientale del nostro territorio».Le due sigle sindacali apprezzano dunque la volontà di regolare il fenomeno, che sta avendo un impatto enorme soprattutto nelle località a più alta densità turistica dove per i lavoratori e le lavoratrici è un'impresa quasi impossibile trovare un'abitazione.
«Il Trentino - sostengono Alotti e Faggioni - ha una normativa meno aggiornata di quella nazionale ed è ora di renderla più efficace rendendo finalmente obbligatoria la denuncia e la registrazione degli alloggi a breve locazione turistica, prevedendo anche l'obbligo di certificare i requisiti minimi urbanistici, igenico-sanitari e di sicurezza. È altrettanto importante fissare a due il limite massimo di alloggi da affittare a fini turistici per chi non ha una partita Iva».