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Tre Bicchieri del Gambero Rosso, ecco le novità dei migliori vini per il Trentino, con il Trentodoc sugli allori

«Bollicine di Montagna» furoreggia, la guida mette in risalto il lavoro di Etyssa (piccola start-up di giovani vignaioli) e di Cembra-Lavis

di Gigi Zoppello

TRENTO. Esemplari sono le due novità di quest’anno premiate con i Tre Bicchieri sulla guida Vini d'Italia 2025 del Gambero Rosso. Etyssa e Lavis firmano due grandi cuvée a base di chardonnay: una è prodotta da una piccola start-up di quattro giovani vignaioli di Cognola (nella foto), l’altra è figlia di un’importante cooperativa.

E’ il verdetto della famosa e autorevole guida, che commenta: «Riassumendo, e senza fermarci ai soli premi, constatiamo una grande linearità nei prodotti più semplici, che unita alla complessità dei millesimati e delle versioni Rosé determina una posizione di assoluto rilievo delle Bollicine di Montagna ai vertici della produzione nazionale».

Tre Bicchieri 2025 del Trentino. I vini fermi

A tutto ciò si affianca una solida produzione di vini fermi, che testimonia come la regione abbia diverse frecce al proprio arco. La grande uva è il teroldego capace, nella piana Rotaliana, di dare vita a rossi davvero complessi, profondi, dalla beva scorrevole e appagante. Due sono i vini premiati in questa tipologia mentre, rimanendo tra i rossi, il Pinot Nero trova una sua bellissima dimensione anche tra i fermi.

Tra i bianchi segnaliamo la bontà di alcune grandi Nosiola, prodotte sia in versione fresca, d’annata, sia in versioni più complesse, che escono dopo alcuni anni dalla vendemmia e si dimostrano vini da lungo invecchiamento. Senza dimenticare il grande Vino Santo, prodotto con la medesima varietà, grande protagonista della Valle dei Laghi. Altro vitigno da tenere sott’occhio è il Müller Thurgau e lo dimostra il Monogram di Pojer & Sandri, uno dei migliori.

Ultime ma non ultime le uve cosiddette internazionali. In Trentino si sono adattate benissimo e sono una consuetudine antica, al punto da poterle ormai considerare tradizionali. Prova lampante la fornisce uno dei più grandi rossi italiani, il San Leonardo (60% cabernet sauvignon, 30% carmenère, 10% merlot). Lo produce la cantina omonima, un vero modello per storia, ricchezza, costanza qualitativa e visione.

I TRE BICCHIERI TRENTINI (VINI FERMI)

Monogramma Müller Thurgau ’21 Pojer & Sandri

San Leonardo ’19 San Leonardo

Teroldego Rotaliano Sup. Ottavio Ris. ’19 De Vigili

Teroldego Rotaliano Vigilius ’21 De Vescovi Ulzbach

Trentino Pinot Nero V. Cantanghel ’21 Maso Cantanghel

I TRENTODOC

Trento Brut Altemasi Graal Ris. ’17 Cavit

Trento Brut Nature ’18 Moser

Trento Brut Rotari Flavio Ris. ’16 Rotari

Trento Dosaggio Zero ’20 Revì

Trento Dosaggio Zero Oro Rosso Cembra ’18 La Vis - Cembra

Trento Extra Brut Cuvée N. 8 ’19 Etyssa

Trento Extra Brut Riserva Lunelli ’16 Ferrari

Trento Extra Brut Rosé Inkino ’20 Mas dei Chini

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