Dolomiti / Il caso

Fugatti: non ci sorprende che Zaia consideri impraticabile il progetto della diga sul Vanoi

Il  presidente della Provincia interviene dopo la frenata decisa del Veneto: "Lo avevamo detto fin dall'inizio,". Favero (Pd veneto): "Le perplessità di Zaia sono tardive, la montagna non può subire gli errori di una gestione del territorio sbagliata, fatta specialmente in pianura da chi governa la Regione da oltre 25 anni"
IN PIAZZA Il 5 ottobre manifestazione a Lamon con delegazioni trentine
STOP Zaia: sulla diga i tecnici rilevano la fragilità del territorio

PIAZZA DANTE Due volte "no" dalla giunta trentina
COMITATO «No alla diga sul Vanoi, ecco la nostra battaglia»

TRENTO. Il  presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, interviene dopo la frenata della Regione Veneto sul progetto a fini irrigui presentato dal Consorzio padovano di bonifica Brenta. Il suo omologo nonché compagnno di partito Luca Zaia, infatti, ieri ha sottolineato che mancano certezze sulla sicurezza mentre sono acclarate dai tecnici le fragilità del territorio. Lo stesso Zaia, poche settimane fa, aveva sottolineato: "Non vogliamo certo che si creino condizioni a rischio, un altro Vajont".

E proprio oggi, 5 ottobre, a Lamon (Belluno) si svolge una grande manifestazione contro il progetto, presenti comitati, associazioni e esponenti istituzionali bellunesi e trentini.

Fugatti, che sulla questione ha manifestato anche con atti formali l'assoluta contrarietà trentina (la diga sarebbe in Vanoi, il bacino a cavallo con il Feltrino, incombente sui territori dei paesi bellunesi): "Non ci sorprende affatto la notizia che anche la Regione Veneto considera impraticabile l'ipotesi progettuale di una diga nel Vanoi.

Tanto per cominciare, anche se può risultare antipatico ricordarlo, lo avevamo detto fin dall'inizio. Ma soprattutto, eravamo e siamo convinti che amministrare un territorio significa anzitutto mettere al primo posto il concetto di responsabilità, verso i propri concittadini in primis ma anche nei confronti di comunità più ampie, seguendo gli ideali di collaborazione e solidarietà su cui poggia la nostra cultura e la nostra stessa autonomia.

Ringrazio il collega Luca Zaia, con il quale peraltro ci eravamo confrontati e al quale la Provincia autonoma di Trento ha ufficialmente espresso la contrarietà all'opera. La sua posizione conferma peraltro quanto sia importante lavorare sul piano non solo politico e diplomatico, ma anche economico e sociale perché la consapevolezza della fragilità delle aree alpine divenga sempre più patrimonio comune e diffuso", conclude Fugatti.

Interviene oggi anche Matteo Favero, responsabile ambiente e infrastrutture del Pd Veneto, commentando la manifestazione di protesta.

"Le perplessità del presidente Zaia sul progetto della diga sul Vanoi sono tardive. Da quando l'ipotesi di una diga sul Vanoi è sembrata un'opzione concreta, il Pd del Veneto, e in particolar modo il Pd della Provincia di Belluno, insieme a tanti comitati e cittadini oggi riuniti a manifestare a Lamon, si è subito schierato contro questo progetto, che rischia di diventare un secondo Vajont.

La potenziale ubicazione dello sbarramento è infatti la franosa Val Cortella, un'area che la stessa Provincia Autonoma di Trento ha indicato nella Carta di sintesi della pericolosità come di livello di rischio massimo. Per combattere siccità e piene, spesso causate dal cambiamento climatico oggi sempre più evidente in Veneto, dobbiamo costruire meno, terminare i dieci bacini di laminazione mancanti, implementare il piano 'laghetti' promosso dall'Anbi-Coldiretti, rendere i nostri territori nuovamente drenanti.

La montagna veneta e le sue comunità non possono più far fronte alle necessità e gli errori di una gestione del territorio sbagliata, e fatta specialmente in pianura - conclude - da chi governa la Regione da oltre venticinque anni".

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