Rogo del bicigrill a Pellizzano, il Comune sarà parte civile: «È stato un pugno nello stomaco per la comunità»
Parla la sindaca Francesca Tomaselli, in riferimento all'inchiesta dei carabinieri che ha portato all'arresto di due persone. «Tutto il paese è stato profondamente scosso da quell'episodio e anche in questi giorni, dopo aver appreso che uno dei presunti responsabili potrebbe essere un residente»
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TRENTO. «Vedere i resti inceneriti del bicigrill, prima che fortunatamente partissero i lavori per ricostruirlo, è stato un pugno nello stomaco, per giorni, per tutti quanti noi».
È anche per questo, come spiega la sindaca di Pellizzano Francesca Tomaselli, che il Comune solandro è pronto a costituirsi parte civile, una volta che l'inchiesta dell'Arma che ha portato agli arresti di Rosario Vicenzi e Pierpaolo Cumer arrivasse in aula.
Un pugno nello stomaco. Ma non è certo solo per questioni "affettive" che il Comune di Pellizzano ha maturato la decisione. Il bicigrill è infatti di proprietà dell'amministrazione solandra, che lo concede in gestione. Ed è soltanto grazie alla copertura assicurativa che la buona volontà dei gestori e del Comune è stata agevolata, nella possibilità che la struttura potesse riaprire a tempo di record, meno di un mese e mezzo dopo il rogo di inizio giugno.«Il bicigrill è assicurato per un valore di 180mila euro di immobile e 25mila euro di arredi», ha spiegato la sindaca e anche se i fondi li ha messi l'assicurazione, di certo l'accaduto non potrà che influire sul rinnovo del contratto di copertura.
«Tutta la comunità è stata profondamente segnata da quello che era accaduto. Lo è anche in questi giorni, dopo aver appreso che uno dei presunti responsabili potrebbe essere un residente che aveva qui la sua attività e che tutti incontravamo per strada. Prendere consapevolezza di questa possibilità ha lasciato tutti comprensibilmente sconcertati. Ma, sia chiaro, io non voglio entrare nel merito di giudizi personali, sulle responsabilità si esprimerà l'autorità giudiziaria. Quel che è certo è che è da giugno che il paese è scosso.
L'incendio era stato un duro colpo, perché il bicigrill è importante non solo come importante valore aggiunto dal punto di vista dell'offerta turistica e dei servizi ma anche come punto di incontro, ritrovo. Ha la sua bella rilevanza sociale, insomma ed è anche per questo che saremo sempre grati ai gestori, che non hanno voluto mollare dopo l'accaduto permettendo all'attività di ripartire in fretta. Non è stato semplice e non era scontato potesse avvenire».
Anche dopo gli arresti da parte dei carabinieri che potrebbero aver fatto luce sull'accaduto, restano ancora tante ombre a turbare la pace solandra: perché il bicigrill sarebbe stato preso di mira? Neppure i carabinieri al momento hanno potuto appurarlo. Né ai gestori né al Comune risultano minacce o screzi da parte degli indagati.
Non è da escludere che quello che è stato un rogo devastante dovesse essere nei piani iniziali solo un incendio di portata minore, finalizzato a incutere timore per poi avanzare una richiesta di soldi.
Ma che poi le cose siano sfuggite di mano con la distruzione pressoché integrale della struttura, fortunatamente rinata dopo il vergognoso e inquietante gesto.
«Vogliamo capire anche noi che cosa realmente possa avere spinto gli autori del gesto a fare una cosa del genere, al momento - così come da giugno - le motivazioni di un atto simile sono un grande mistero che ci piacerebbe potesse essere svelato».
Nel frattempo ieri si è tenuta l'udienza di convalida del fermo di Rosario Vicenzi: il sessantenne era stato bloccato martedì mattina dai carabinieri poco dopo essersi allontanato dalla sua abitazione ed era stato trovato in possesso di una pistola. Cumer, il 56enne di Cunevo ritenuto suo complice, era già stato arrestato un paio di settimane fa dopo che nella sua abitazione erano state trovate numerose armi.