Allarme personale nei piccoli municipi: in quattro anni il 16 per cento dei pensionamenti
La preoccupazione del Consiglio delle autonomie. L’assessora Gerosa: “Vanno sperimentati nuovi modelli di collaborazione intercomunali e interfunzionali». E riguardo ai segretari comunali ha annunciato un nuovo corso abilitante visto che oggi ci sono 22 sedi segretarili vacanti e 48 in gestione associata
LUSERNA Carenza di personale: il Comune può scomparire?
VECCHI Quasi la metà dei Comuni senza personale under 35
TRENTO. Nella seduta congiunta tra il Consiglio provinciale e il Consiglio delle autonomie l'aula non è riuscita neppure ad arrivare all'approvazione di una risoluzione trasversale, come è prassi in queste occasioni di confronto istituzionale. Dopo una serie di interventi, infatti, i consiglieri e i sindaci avevano esaurito il tempo a disposizione e la sospensione per discutere una mozione, non concordata, presentata da Walter Kaswalder (Patt) sul comune di Luserna, ha determinato alla fine la scelta di rinviare l'approvazione di un impegno condiviso in un'altra occasione.
Sono rimaste dunque solo le parole. Con il presidente del Consiglio delle autonomie, Paride Gianmoena, che si è sostanzialmente lamentato per le difficoltà dei comuni - soprattutto piccoli e vogliono restare tali - di riuscire a garantire i servizi ai cittadini perché non hanno personale e rischiano di averne sempre meno con uno scenario futuro che non è affatto positivo.
Gianmoena ha parlato di «un sistema che rischia di andare ulteriormente sotto stress, in vista del pensionamento nei prossimi cinque anni di un numero di dipendenti compreso fra le 400 e le 500 unità, ovvero circa l'8% del personale in servizio presso i nostri comuni».
Una prospettiva che la vicepresidente della Provincia, Francesca Gerosa, intervenuta al posto del presidente Fugatti, ha dipinto ancora più cupa perché ha detto: «Nei prossimi 4 anni su 5.300 dipendenti comunali viene stimato il 16% di pensionamenti, pari a 848 dipendenti (stime del Dipartimento organizzazione, personale e innovazione della Provincia)».
Come soluzione Gerosa ha prospettato di sperimentare «nuovi modelli di collaborazione intercomunali e interfunzionali». E riguardo ai segretari comunali ha annunciato un nuovo corso abilitante visto che oggi ci sono 22 sedi segretarili vacanti e 48 in gestione associata.
L'assessore regionale Carlo Daldoss (FdI), che è stato assessore provinciale agli enti locali della giunta Rossi, fautore di molte fusioni tra comuni, nel suo intervento ha parlato di un «Trentino policentrico, città -valli» con il rischio però che «Trento si comporti e venga percepita come una "piccola Roma", con tutti i limiti e percezioni negative che ciò implica».
«I territori - ha aggiunto - hanno bisogno di nuovo protagonismo, sia programmatorio che finanziario. Solo così, coniugando questo con la responsabilità, si potrà invertire un trend di disaffezione alla " cosa pubblica", che è preoccupante sia come partecipazione attiva al voto, che come disponibilità a candidarsi per la propria Comunità municipale».
Secondo Daldoss le Comunità di valle possono essere ruolo di confronto tra i sindaci dei territori e oggi serve «spingerli a lavorare insieme attraverso norme che premiano chi lo fa e penalizzano gli altri». L'assessora provinciale agli enti locali, Giulia Zanotelli, ha però rimarcato: «Noi non siamo la Giunta delle fusioni né delle gestioni associate obbligatorie».
Poi riguardo al personale ha annunciato l'impegno ad aprire un tavolo con le sigle sindacali. Francesco Valduga (Campobase) ha ricordato che il tema delle risorse per la programmazione degli investimenti dei Comuni è stato posto da molto tempo alla Giunta e si è chiesto retoricamente se «sia cambiato qualcosa in questi anni» aggiungendo: «Il Consiglio delle autonomie deve pretendere un cambio di paradigma».