Acquedotti trentini: ci sono batteri e microbi nel 10 per cento dei campioni
L’assessore provinciale alla Salute Mario Tonina risponde a Degasperi: “La nostra acqua è di ottima qualità salvo ristretti casi, ma con i fondi del Pnrr finanziati 18 interventi sulle reti”
TRENTO. Più del 10 per cento delle analisi sugli acquedotti trentini nel corso del 2022 hanno segnalato la presenza nell'acqua che beviamo di sostanze "non conformi". Su 844 controlli ci sono stati ben 85 segnalazioni di "alert". Era andata un po' meglio nel 2021 con 74 "non conformità" su 832 campionamenti, mentre anche nel 2020 si era sopra la soglia del 10 per cento di contaminazioni (71 su 690 analisi).
I dati sui controlli degli acquedotti sono stati forniti dall'assessore alla salute Mario Tonina in risposta ad un'interrogazione presentata dal consigliere di Onda Filippo Degasperi. «La qualità dell'acqua nella Provincia autonoma di Trento resta di ottima qualità» spiega in premessa la nota dell'assessore che poi ammette una serie di «ristrette non conformità».
Si tratta principalmente di alcune tracce episodiche e circostanziate di contaminazioni microbiologiche (enterococchi, escherichia coli) e indicatori di contaminazioni ambientali (coliformi).
«Le limitate non conformità rilevate attestano comunque che il sistema dei controlli funziona e che è in grado di gestire i rischi secondo un principio di massima precauzione, che previene esposizioni pericolose per l'uomo» è la conclusione dell'assessore.
Che poi spiega cosa avviene quando le analisi trovano batteri nelle acque: «Al verificarsi di una non conformità il gestore idro-potabile è tenuto a porre in essere tutte le misure tecniche per individuare le cause e ripristinare i parametri in conformità a quanto previsto dalla normativa (ad esempio procedendo con l'adozione di misure di pulizia, lavaggio e/o disinfezione dei componenti contaminati), dandone sempre tempestiva comunicazione all'Azienda sanitaria».
L'interrogazione di Degasperi non era nata da una semplice curiosità, bensì dalla lettura del "Rapporto nazionale sulla qualità dell'acqua potabile in Italia elaborato dal Centro nazionale per la sicurezza delle acque (Censia)" in coordinamento con il Ministero della Salute.
Un'indagine che aveva allarmato il consigliere d'opposizione in quanto da esso emergeva come Trento e Bolzano fossero agli ultimi posti (con una percentuale del 95,2%) sulla conformità media degli acquedotti rispetto a parametri come arsenico, enterococchi, escherichia coli, fluoruro, nitrato, piombo. Il Trentino risulta in fondo alla classifica delle regioni anche per la conformità rispetto a batteri coliformi, alluminio, cloruro clostridium perfringens.
C'è da sperare che la situazione possa presto cambiare per la rete idrica trentina che è fra le più complesse e frammentate d'Italia, contando 873 acquedotti gestiti da ben 148 gestori idro-potabili, tipicamente identificabili nei Comuni. La speranza muove dal fatto che - come ricorda l'assessore Tonina «ben 18 progetti sulle reti e sui sistemi acquedottistici del territorio trentino sono stati ammessi ad accedere alle risorse Pnrr e saranno perciò oggetto di miglioramenti nel prossimo futuro».