Sicurezza / Città

Ai Casoni di San Giuseppe un' altra auto data alle fiamme, indagini in corso sulla «faida dei parcheggi»

Vetture abbandonate in cortile da anni, ruggine per i posti: non c’è dubbio che gli incendi all'alba siano stati entrambi dolosi

di Leonardo Pontalti

TRENTO. Due auto incenerite nel giro di ventiquattro ore, a poche decine di metri l'una dall'altra. Succede ai Casoni, lo storico complesso abitativo popolare del rione di San Giuseppe, dove quella di ieri è stata la seconda alba di fuoco consecutiva per i residenti che vivono nella parte dell'esteso complesso che si affaccia su via Filzi e via Bronzetti.

Alle 5 del mattino di ieri, infatti, il piazzale è stato rischiarato dal bagliore delle fiamme che stavano danneggiando una Mitsubishi Space Star, posteggiata a ridosso di uno degli stabili.

Il tutto dopo che, sempre verso le cinque del mattino, ma dell'altro ieri, a bruciare era stata una Lancia Y, parcheggiata a ridosso di due delle aiuole del complesso.

In entrambi i casi i vigili del fuoco permanenti di Trento sono intervenuti per mettere in sicurezza le vetture e la zona, scongiurando il rischio - tutt'altro che remoto soprattutto nel caso della Mitsubishi, ieri mattina - che il rogo andasse ad estendersi anche agli edifici.

Sugli episodi stanno indagando i carabinieri della compagnia di Trento, anche perché sulla natura dolosa ci sono pochi dubbi.

Non fosse altro perché entrambe le vetture erano ferme da anni nel piazzale, inutilizzate, da lungo tempo. Davvero improbabile, per non dire impossibile, che i roghi, entrambi, possano essere stati provocati da surriscaldamenti o guasti.

Al contrario, è proprio questa loro condizione di veicoli nel concreto abbandonati sull'area, che potrebbe aver portato i responsabili dei righi ad agire.

Se, infatti, l'episodio di domenica aveva suscitato clamore ma facendo pensare più a screzi personali tra il responsabile e i proprietari dell'auto, l'inquietante "doppietta" permette di ipotizzare che ad agire possa essere stato qualcuno stufo di vedere quelle vetture occupare a vuoto preziosi stalli con la vegetazione che sta (stava, prima degli incendi) crescendo attorno agli pneumatici.

Dunque l'ipotesi al momento più accreditata è che i due incendi siano il frutto dell'incauto tentativo da parte di qualcuno di far sì che le auto fossero sgomberate. Così fosse, si tratterebbe doppiamente di un errore. Intanto per le modalità comunque violente e potenzialmente in grado di mettere a repentaglio l'incolumità degli inquilini. Poi, per la sua inutilità ai fini dello sgombero del piazzale: i resti bruciati dovranno rimanere infatti lì finché le indagini non saranno concluse.

Resta il problema dei numerosi (ai Casoni ce ne sono altri) veicoli fermi nei parcheggi, in qualche caso perché sottoposti a fermo amministrativo ai danni dei proprietari.

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