Ottomila dosi di droga, finisce ai domiciliari: “Non possono essere per uso personale”
La richiesta di poter tornare libero è stata prima rigettata dal tribunale del riesame di Trento, poi dalla Cassazione. L'uomo era stato fermato a bordo della sua auto, in cui erano nascosti denaro e stupefacenti, altri soldi e sostanze scoperte poi anche nel magazzino del suo bar
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TRENTO. Droga e migliaia di euro in contanti: un connubio che ha spinto le Fiamme gialle ad un controllo più approfondito del soggetto fermato in auto e trovato in possesso di marijuana e parecchi soldi. Infatti, in un magazzino adiacente al bar gestito dal sospettato, la guardia di finanza ha poi scoperto altro denaro e altro stupefacente (hashish).
L'operazione, avvenuta nel gennaio scorso, aveva portato all'arresto del soggetto, un 33enne gestore di un locale pubblico. L'uomo è finito ai domiciliari e lì, nella sua abitazione, dovrà starci ancora per parecchio tempo: la richiesta di poter tornare libero è stata prima rigettata dal tribunale del riesame di Trento, poi dalla Cassazione.
Le esigenze cautelari permangono - è il ragionamento degli Ermellini - dato il concreto pericolo di reiterazione del reato che si desume «dalla gravità della condotta contestata, attestata la quantità di droga, dalle modalità di conservazione della stessa, dalla personalità dell'indagato».
Personalità che - viene specificato nella sentenza - «non era rapportabile ad una dimensione di spacciatore da strada». Per la Cassazione l'imputato «non aveva dimostrato di voler recidere i rapporti con i fornitori dello stupefacente, rivelando una allarmante pericolosità sociale del prevenuto».
Sono dunque inammissibili i motivi del ricorso: con il primo la difesa sosteneva che la droga sequestrata era detenuta per uso personale; con il secondo evidenziava l'illogicità di confermare gli arresti domiciliari sulla base del silenzio dell'imputato, che si era avvalso della facoltà di non rispondere.
L'uomo era stato fermato a bordo della sua auto, in cui erano nascosti 300 grammi di marijuana e 2mila euro in contanti. Altri 8mila euro, trovati in un borsello, e cinque panetti di hashish per un peso complessivo di oltre 400 grammi erano nel magazzino del suo bar. Dai 700 grammi di droga sequestrati, come l'analisi tossicologica ha evidenziato, si sarebbero potute ricavare 8mila dosi medie singole.
Già il tribunale del riesame, rigettando l'istanza del soggetto nel febbraio scorso, aveva ritenuto che la cospicua quantità di denaro contante in banconote non di piccolo taglio era la dimostrazione che l'uomo «era al centro di un traffico di grosse quantità di stupefacente, utilizzando anche il proprio esercizio commerciale».
Il silenzio del soggetto riguardo alla vicenda «seppure espressione del diritto di difesa» «non poteva che confermare la permanenza dei legami con gli ambienti criminali e l'intenzione di non reciderli».