Trento, dal 2023 novanta pedoni investiti sulle strisce: ora controlli ad hoc sugli attraversamenti
Dai dati diffusi dalla polizia locale emerge una tendenza preoccupante dei conducenti a non rispettare una norma fondamentale del Codice della strada. Il sindaco Ianeselli: «L’Italia è l’unico Paese in cui i pedoni ringraziano gli automobilisti rispettosi». E ripete che per un salto di qualità sono importanti le zone 30: «Dopo Gardolo, allarghiamo a Mattarello»
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TRENTO. «L'Italia è l'unico Paese europeo in cui i pedoni che attraversano sulle strisce pedonali ringraziano gli automobilisti che si fermano per farli passare...». Tra l'amaro e l'ironico il sindaco di Trento, Franco Ianeselli coglie uno dei grandi problemi, non solo della nostra città, ma di tutta Italia.
E non è veramente uno scherzo se si pensa che nel 2023 in Italia ci sono stati 18 mila investimenti di pedoni, di cui 8 mila proprio sulle strisce pedonali, le "zebre". E a Trento? Novanta persone sono state vittime dell'imprudenza (o impudenza) degli automobilisti.
Cinquanta nel 2023 di cui 44 hanno avuto bisogno di cure e 40 nel 2024, di cui 36 sono finiti in ospedale. Quasi sempre dunque dei ferimenti e fortunatamente non c'è mai stato un incidente mortale. Investimenti quasi sempre causati da un automobile, ma in qualche caso gli incidenti hanno visto protagonisti anche moto e biciclette condotte da ciclisti un po' troppo frettolosi. In un caso addirittura anche un autobus.
Numeri comunque troppo grandi e non episodici, che segnalano la tendenza a ignorare l'obbligo per i conducenti di fermarsi e rispettare il diritto dei pedoni ad avere il diritto di attraversare la strada.
Così la Polizia locale ha deciso di intervenire e ieri il commissario capo di quelli che una volta chiamavamo vigili urbani, insieme al sindaco, ha sciorinato qualche dato sui controlli: 170 presidi, 500 controlli a partire dal 15 giugno e che si concluderanno oggi e 106 multe date.
Anche Vescovi riprende l'immagine forte usata dal sindaco: «C'è un mancato rispetto del Codice della strada. È inusuale che un pedone ringrazi, vuole dire che c'è abitudine a non rispettare le regole».
L'assurdità della situazione la segnala anche Vescovi in questo modo: «Nessuno ringrazia un'auto che si ferma al semaforo con il rosso... I pedoni sono i più vulnerabili. Così abbiamo deciso di fare controlli con due agenti a rotazione che verificano i gli attraversamenti pedonali. Vogliamo infondere negli utenti della strada i principi più importanti. Bisogna dire che abbiamo visto un, piccolo, sensibile miglioramento. Ma vogliamo fare acquisire agli automobilisti norme fondamentali».
E qui il pensiero va ovviamente alle zone da 30 chilometri orari, che il sindaco, in maniera un po' pignola, vuole chiamare "Strade da vivere": «Perché è più positivo». I 30 all'ora segnalano un limite secondo lui.
«Continuiamo il progetto - dice Ianeselli. - Abbiamo appena iniziato a Gardolo e in Oltrefersina e ora avviamo un'ulteriore sperimentazione a Mattarello. Non abbiamo ancora evidenze, ma crediamo che nelle zone interessate diminuisca sensibilmente sia l'incidentalità, sia la gravità degli incidenti, anche e soprattutto quelli che coinvolgono i pedoni», ha aggiunto.
Del resto, si capisce facilmente: frenare in prossimità delle "zebre" a 30 orari è più semplice che con una velocità a 50 all'ora. Perché in fin dei conti quando pensiamo alle polemiche sulla velocità dovremmo pensare a chi a piedi sta attraversando una strada. Ovvero tutti noi, perché ogni tanto scendiamo dall'auto e camminiamo.
Se si analizza la statale del Brennero, che gode del triste primato rispetto al numero di incidenti, ecco tra i comuni più interessati si parla di Trento e di Rovereto, dove l'arteria stradale attraversa rispettivamente 18,034 e 12,561 chilometri.Se si osservano i dati più recenti per l'anno 2022 si parla di 49 incidenti nel tratto che passa per il capoluogo (55 nel 2013) con 67 persone ferite e morte, mentre per la Città della Quercia su 16 scontri tra veicoli o uscite di strada, il numero di coinvolti è pari a 20.
Per quanto riguarda la Gardesana invece la zona più a rischio appare quella compresa tra Ledro, Riva del Garda e Arco.
Da notare invece come nel 2022 lungo la statale della Valsugana sui territori comunali di Grigno, Ospedaletto, Castel Ivano, Scurelle, Castelnuovo e Borgo Valsugana ci sono stati 6 incidenti che hanno ferito - o che sono costati la vita - 14 utenti della strada.