Quote rosa in giunta, FdI sfida la Svp: Gerosa vuole affossare la legge sostenuta da Kompatscher
La maggioranza regionale si spacca sulla proposta di Foppa (Verdi) sottoscritta dalla Volkspartei. La Lega lascia libertà di voto. Sì di Angeli e Brunet. Masè astenuta. Le divergenze sono emerse ieri in aula con l’intervento duro della vicepresidente della Provincia di Bolzano, che ha chiesto il voto segreto
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TRENTO. La maggioranza regionale si spacca, con il gruppo di Fratelli d'Italia nettamente contrario al disegno di legge presentato da Brigitte Foppa (gruppo Verdi-AvS) e firmato anche dalla Svp, oltre che dai consiglieri di minoranza di Team K, Pd, Campobase, Casa Autonomia, che mira a garantire la rappresentanza delle donne in giunta regionale in modo proporzionale alla loro presenza in Consiglio.
Ieri, prima del consiglio regionale, dove il disegno di legge era all'ordine del giorno, si sono riuniti i capigruppo di maggioranza e l'orientamento emerso era stato quello di votare a favore del disegno di legge sostenuto dalla Svp e fortemente appoggiato dal presidente della Regione, Arno Kompatscher, deciso a scongiurare che si possa ripetere in futuro il rischio di una trattativa per la composizione della giunta regionale come quella a cui si è assistito ad inizio legislatura, in cui si era proposta una Giunta composta da soli uomini per soddisfare gli equilibri politici tra le forze di maggioranza a Trento e Bolzano e a cui in extremis si è rimediato facendo vicepresidente della Regione l'assessora trentina Giulia Zanotelli al posto del governatore Fugatti, che le subentrerà a metà legislatura, quando con la "staffetta" diventerà presidente della Regione.
Al posto del presidente Arno Kompatscher, invece, subentrerà l'assessora Rosmarie Pamer.
Nella capigruppo di maggioranza la capogruppo di FdI, Anna Scarafoni, non si era pronunciata. Ci ha pensato poi in aula la vicepresidente della Provincia di Trento, con competenza anche sulle pari opportunità, Francesca Gerosa, ad esplicitare la posizione di Fratelli d'Italia decisa ad affossare questo disegno di legge. E per questo ha anche preannunciato la richiesta del voto segreto: «Perché chiunque possa votare liberamente senza essere tacciato di essere contro le donne».
Nel suo durissimo intervento Gerosa ha attaccato frontalmente la Provincia di Bolzano: «Vengono qui a impartirci lezioni di democrazia e rappresentanza di genere quando rispetto al Trentino loro sono alla preistoria se guardiamo alle due leggi elettorali diverse per l'elezione dei consigli provinciali, sul 50% di donne in lista e le preferenze di genere che noi abbiamo, anche se io spero che cambi, e in Alto Adige no». Poi si è detta «assolutamente contraria» alle quote per le donne in giunta perché: «Va rispettato il voto dei cittadini nella scelta della composizione della giunta. Sarei inorridita se solo per il fatto di essere donna si possa passare avanti a chi ha ottenuto più consensi o ha più competenze. Sarebbe un fallimento della democrazia».
Scarafoni poco dopo le ha fatto eco esprimendo anche lei voto contrario. A monte c'è il fatto che a inizio legislatura la questione della donna stava rischiando di far saltare il posto in giunta al meloniano Carlo Daldoss.
Gerosa ha temuto persino che maturasse l'ipotesi di un suo dirottamento dalla giunta provinciale a quella regionale visto che era l'unica donna nel gruppo trentino di FdI.
L'intervento di Gerosa ha fatto inorridire la consigliera del Pd, Francesca Parolari, che ha replicato: «Che un'assessora alle pari opportunità intervenga in questo modo lascia senza parole. L'inviterei a togliere l'indicazione "pari opportunità" dal suo assessorato perché vuol dire: "Lavorare per mettere tutte le donne allo stesso punto di partenza degli uomini. Visto che tutti i dati e gli esperti ci dicono che non è così"». Rosmarie Pamer ha ribadito il voto a favore della Svp: «Molti dicono che questa legge non serve, ma la realtà ci dice il contrario».
E da parte del centrodestra trentino si sono espresse a favore Eleonora Angeli e Antonella Brunet a nome della Lista Fugatti, mentre Vanessa Masè (La Civica) ha annunciato un voto di astensione. Nella Lega l'orientamento che sta emergendo è quello della libertà di voto, perché ci sono idee diverse. Mirko Bisesti aveva già votato a favore in prima commissione, così come Walter Kaswalder per il Patt.Per sapere come andrà a finire si deve aspettare la prossima seduta del 13 novembre. Ieri infatti vista la lunga discussione non si è arrivati al voto.