Animali / Il caso

L'uomo colpito dall'orso, il Parco: nel bosco fare rumore, corretto sdraiarsi e coprirsi la testa

Adamello Brenta, il presidente Walter Ferrazza e il direttore Matteo Viviani commentano l'episodio avvenuto a Rango: sollievo per la limitata gravità delle conseguenze per la persona e apprezzamento per le dichiarazioni responsabili ed equilibrate che ha rilasciato

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TRENTO. Il Parco naturale Adamello Brenta interviene sul recente "incontro/scontro" fra un fungaiolo e un orso, nei boschi vicino a Rango.

“L’episodio – concordano il presidente dell’ente Walter Ferrazza e il direttore Matteo Viviani – ci consente, quantomeno dagli elementi che ci sono noti al momento, di formulare qualche considerazione di carattere generale. Innanzitutto, nell’esprimere il nostro sollievo per le buone condizioni di salute della persona coinvolta e la limitata gravità delle conseguenze dell’evento, vorremmo anche manifestare il nostro apprezzamento per le dichiarazioni, responsabili ed equilibrate, che Andrea ha rilasciato, assolutamente consonanti con i contenuti divulgativi che stiamo, proprio in questo periodo, rendendo disponibili.

Dichiarazioni, quindi, in cui troviamo conferma di quanto stiamo sottolineando con strumenti come i video della serie 'Un passo alla volta': nel bosco bisogna naturalmente continuare ad andare, ma bisogna farlo con attenzione, e rispettando alcune regole che sono ben note anche in altre realtà dove vivono grandi predatori.

Consigliamo perciò di fare sempre del rumore, per segnalare all’eventuale orso la nostra presenza, anche se quando eravamo bambini ci dicevano il contrario, ovvero di passeggiare nel bosco in silenzio.

Le esigenze cambiano nel tempo, e se oggi è necessario modificare comportamenti acquisiti in passato, per continuare a vivere in pienezza la montagna, è bene che lo facciamo.

Consideriamo inoltre lucida e corretta la reazione dell’uomo aggredito, che si è sdraiato per terra coprendosi la testa. Conformemente a quanto sostengono gli esperti, il comportamento passivo è stato efficace, mentre ad esempio accennare una difesa avrebbe potuto accrescere l’aggressività dell’animale. Da parte del Parco, auguriamo al signor Andrea una pronta guarigione e speriamo possa tornare presto nei nostri boschi”.

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