Ospedale di Rovereto, Apss replica ai sindacati: “Scelte aziendali necessarie a garantire cure sicure”
Il comunicato: “Le Organizzazioni sindacali – pur con toni diversi – hanno attaccato frontalmente Apss, pretendendo di inserirsi in scelte organizzative che sono prerogativa del datore di lavoro. I lavoratori interessati dalle novità sono stati tutti coinvolti nel processo con colloqui nel corso del mese di ottobre. Personale dall’estero? Ecco come stanno le cose”
ROVERETO Taglio dei posti letto e accorpamento dei reparti, esplodono le polemiche
TRENTO. “In una riunione convocata in Apss per informare le Organizzazioni sindacali della necessità di una temporanea parziale riduzione dei posti letto a disposizione della chirurgia e della sezione malattie infettive di Rovereto, in relazione all’attuale situazione di carenza di personale infermieristico nell’ospedale Santa Maria del Carmine, riduzione dovuta alla necessità di garantire i livelli adeguati di assistenza ai pazienti ricoverati e contestualmente rendere possibile la fruizione dei diritti contrattuali ai dipendenti, le Organizzazioni sindacali – pur con toni diversi – hanno attaccato frontalmente Apss, pretendendo di inserirsi in scelte organizzative che sono prerogativa del datore di lavoro”.
Inizia così un duro comunicato stampa diffuso della Provincia:
“Invece di apprezzare lo sforzo a tutela dei lavoratori dell’ospedale, volto a permettere in particolare una turnistica che garantisca un lavoro sicuro in ospedale, come in altre e frequenti occasioni le stesse Organizzazioni sindacali hanno giustamente chiesto all’Azienda sanitaria, hanno contestato la scelta in programma per i prossimi mesi (fino a completamento del processo in atto di nuove assunzioni di infermieri dalla graduatoria a tempo indeterminato) e contestato ad Apss di non essere informati e coinvolti nelle scelte operate”.
”I lavoratori interessati sono stati tutti coinvolti nel processo con colloqui nel corso del mese di ottobre per conoscerne le propensioni personali a un eventuale impiego diverso all’interno dell’Ospedale Rovereto e per garantire a ciascuno che la professionalità acquisita fosse adeguatamente valorizzata anche in questa temporanea fase di eventuale riallocazione”.
"In modo del tutto contraddittorio, tra l’altro, è stato anche contestato di aver sottoposto preventivamente alle Organizzazioni sindacali in consultazione alcune circolari operative – totalmente rispettose dei dettati contrattuali – che serviranno a dare maggiore omogeneità di comportamento a tutte le articolazioni aziendali sulle modalità procedurali per l’esercizio di alcuni diritti. Apss non era in alcun modo tenuta a tale preventivo coinvolgimento, ma riteneva e ritiene che ciò vada proprio nella direzione di conoscibilità preventiva dei sindacati di quanto sarà inviato agli uffici aziendali come indicazioni operative. Il tema, peraltro, non era all’ordine del giorno e l’averlo introdotto ha di fatto reso più complesso e confuso il confronto sulla situazione dell’Ospedale di Rovereto”.
E ancora: “Le buone relazioni sindacali, che per l’Azienda sanitaria sono un valore importante e che i frequenti e numerosi incontri testimoniano essere volontà di Apss di perseguire, hanno bisogno di entrambe le parti in causa. L’Azienda provinciale per i servizi sanitari, a fronte di inutili allarmismi, considera importante rassicurare i cittadini trentini che quanto si sta per fare all’Ospedale di Rovereto non ridurrà le capacità di risposta alle necessità di assistenza e cura che Apss considera fondamentali e centrali per ogni scelta in essere o futura”.
Il comunicato si conclude così: “Si sottolinea infine che mai il Direttore generale ha detto di voler colmare le vacanze dell’Ospedale di Rovereto con personale proveniente dall’estero. Nella lunga riunione con le organizzazioni sindacali, infatti, sono stati affrontati gli specifici argomenti relativi alla situazione del Santa Maria del Carmine (all’ordine del giorno del confronto), ma poi il dialogo si è allargato su scenari più generali e di medio lungo periodo sulla carenza di personale infermieristico in Trentino e in Italia. È in questo contesto che il Direttore generale ha informato che, al fine di affrontare la carenza di personale infermieristico dei prossimi cinque anni, che tutti gli studi scientifici rappresentano come un fenomeno difficilmente reversibile, si è avviata una valutazione sulla possibilità di ricorrere anche a infermieri di provenienza di Paesi esteri, solo dopo avere certezza sulle caratteristiche di qualità necessarie a un inserimento nel contesto trentino e italiano. Tale indicazione, tra l’altro, è stata anche raccomandata dal Ministro della salute e ripresa in questi giorni dalla Conferenza Stato-Regioni.
Si sottolinea altresì che primariamente le politiche provinciali e aziendali sono incentrate sull’attrarre all’Università di Trento sempre più studenti da avviare al corso di laurea in professioni infermieristiche, il cui inserimento nel mercato del lavoro trentino è proficuo e di assoluta qualità".